Il decision making è un processo fondamentale che accompagna ogni momento della nostra vita quotidiana, influenzando profondamente le scelte che facciamo sia in ambito personale che professionale. Ogni giorno ci ritroviamo infatti a dover prendere decisioni che implicano un ragionamento, seguito da un comportamento ponderato e intenzionale.
La capacità di fare la scelta più giusta possibile non è un atto casuale, ma è il risultato di un processo mentale che ci porta a riflettere sulle alternative, valutarne i vantaggi e gli svantaggi, ed infine selezionare l’opzione che meglio soddisfa i nostri obiettivi, desideri e necessità.
Il decision making inizia con l’identificazione del problema o della necessità, e si sviluppa attraverso un’analisi delle varie alternative possibili. Ogni decisione che prendiamo comporta una serie di valutazioni che si basano su fattori razionali, emotivi e anche sull’esperienza acquisita nel tempo.
Vediamo nel dettaglio come avviene questo processo.
Come avviene la presa di decisione?
Comprendere come funziona il processo decisionale ci permette di migliorare la qualità delle nostre scelte, aumentando la probabilità di ottenere risultati positivi in vari ambiti della vita.
Le persone che sviluppano abilità decisionali solide tendono a prendere decisioni più rapide, consapevoli e accurate, riducendo il rischio di errori o scelte impulsive. Questo non solo migliora la produttività, ma contribuisce anche al benessere generale, poiché prendere decisioni con maggiore consapevolezza ci aiuta a sentirci più sicuri nelle nostre azioni e a raggiungere gli obiettivi prefissati con maggiore efficacia.
Il processo decisionale si articola in fasi ben distinte: identificazione del problema, raccolta delle informazioni, valutazione delle alternative, scelta della soluzione, implementazione e valutazione dei risultati.
A seconda del contesto, si possono adottare diversi modelli decisionali, ciascuno con caratteristiche specifiche:
- Modello razionale-normativo: si basa su un’analisi logica e sistematica per individuare la soluzione più efficace. Ad esempio, un’impresa che sta per lanciare un nuovo prodotto applica il modello razionale per studiare il mercato, analizzare i competitor e calcolare costi e benefici. Trova quindi utilità nei contesti aziendali ma, come sottolinea Herbert Simon, la razionalità è spesso limitata dalle informazioni disponibili.
- Modello intuitivo: decisioni rapide basate sull’esperienza e sull’intuizione. È frequente nei professionisti esperti che, pur non seguendo un’analisi dettagliata, si affidano a conoscenze acquisite nel tempo.
- Razionalità limitata: secondo Simon, in condizioni di complessità o incertezza, si tende a scegliere una soluzione “sufficiente” piuttosto che ottimale, privilegiando praticità e rapidità.
- Modello incrementale: prevede piccoli aggiustamenti progressivi in base ai risultati ottenuti. È utile in contesti dinamici, come la politica o la gestione aziendale, dove le prendere decisioni richiede flessibilità e adattamento continuo.
Conoscere questi approcci aiuta a scegliere il metodo più adatto in base alla situazione, migliorando la qualità delle decisioni e aumentando la probabilità di successo.
Il ruolo delle emozioni nel prendere decisioni
Contrariamente all’idea diffusa secondo cui la razionalità dovrebbe operare in totale indipendenza dalle emozioni, studi recenti dimostrano come le emozioni influenzino profondamente il nostro modo di pensare e di prendere decisioni.
In particolare, ricerche pubblicate sull’Annual Review of Psychology evidenziano che le emozioni rappresentano dei potenti e pervasivi motori del processo decisionale, con effetti che possono risultare tanto positivi quanto negativi.
La finalità del pensiero critico non è eliminare le emozioni, ma riconoscerle e comprenderle, così da determinare consapevolmente quando e come lasciarle influire sul processo decisionale. Per farlo, è necessario ascoltare le emozioni in modo razionale e ragionevole, evitando reazioni impulsive e imparando a integrarle in modo costruttivo.
Secondo lo studioso J.J. Gross, esistono due strategie efficaci per la regolazione emotiva nel contesto decisionale:
- Regolazione focalizzata sugli antecedenti: consiste nel modificare la percezione di una situazione per influenzare le emozioni che essa genera. Ad esempio, un professionista che affronta un cambiamento di ruolo può reinterpretare l’evento come un’occasione per sviluppare nuove competenze e ampliare la propria esperienza.
- Regolazione focalizzata sulla risposta: riguarda la capacità di modulare il proprio comportamento in base all’emozione provata. Per esempio, una persona che si sente nervosa prima di una presentazione importante può adottare tecniche di rilassamento o visualizzazione per ridurre l’impatto dell’ansia.
Il primo passo per prendere il controllo delle proprie emozioni, e quindi poterle utilizzare efficacemente per prendere decisioni, è comprendere a fondo il processo decisionale stesso. Solo attraverso questa consapevolezza è possibile trovare un equilibrio tra emozione e razionalità, migliorando la qualità del pensiero critico e delle decisioni, tanto a livello personale quanto organizzativo.
Strategie per un Decision Making efficace
Per prendere decisioni efficaci, soprattutto in contesti complessi o incerti, è fondamentale sviluppare un solido pensiero critico. Questo significa saper analizzare i dati in modo oggettivo, valutare le possibili conseguenze delle scelte e mantenere un equilibrio tra razionalità ed emozioni.
Ecco tre strategie essenziali, supportate da evidenze scientifiche, per migliorare il processo decisionale:
- Raccolta e analisi dei dati tramite un’analisi SWOT: l’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) è uno strumento utile per comprendere a fondo il contesto decisionale. Permette di individuare punti di forza e di debolezza interni, oltre a opportunità e minacce esterne. Questo metodo aiuta a strutturare le decisioni su basi più consapevoli e strategiche.
- Integrazione di pensiero critico e creativo: combinare pensiero critico e creativo è essenziale per trovare soluzioni innovative e ben ponderate. Il pensiero critico aiuta a valutare le informazioni in modo obiettivo, mentre il pensiero creativo apre a nuove possibilità. Questa combinazione migliora la capacità di risolvere problemi in modo efficace e flessibile, permettendo di adattarsi meglio a situazioni complesse.
- Gestione del rischio e dell’incertezza: valutare e affrontare i rischi è cruciale per un processo decisionale solido. Secondo una ricerca pubblicata su ResearchGate, identificare i potenziali rischi e sviluppare piani di contingenza consente di reagire con maggiore prontezza agli imprevisti, riducendo l’impatto di eventi inattesi.
Allenare il pensiero critico e applicare queste strategie in modo coerente aiuta non solo a prendere decisioni migliori, ma anche a farlo con maggiore fiducia e consapevolezza.
Ostacoli nel prendere decisioni
Anche il processo decisionale più razionale può essere compromesso da diversi ostacoli cognitivi ed emotivi. Riconoscerli è il primo passo per affrontarli e migliorare la qualità delle scelte.
Ecco tre limitazioni comuni da tenere in considerazione:
- Bias cognitivi: i bias sono distorsioni sistematiche del pensiero che possono influenzare negativamente le decisioni. Alcuni di questi sono il bias di conferma e l’overconfidence bias. Il bias di conferma porta a cercare informazioni che confermano le proprie convinzioni, ignorando dati contrari. L’overconfidence bias, invece, spinge a sovrastimare le proprie capacità o conoscenze, aumentando il rischio di errori.
- Stress e pressione temporale: situazioni ad alta tensione e decisioni da prendere rapidamente possono compromettere la lucidità mentale. Ricerche dell’Università di Cambridge su trader finanziari mostrano che l’aumento del cortisolo – un ormone legato allo stress – può alterare la percezione del rischio e ridurre la qualità delle scelte, rendendo il processo decisionale più impulsivo o conservativo.
- Sovraccarico di informazioni: troppa scelta può realmente paralizzare il processo decisionale. Questo fenomeno, noto come paradosso della scelta, si verifica quando il numero elevato di opzioni rende difficile selezionare la soluzione migliore. In un contesto con troppe alternative, le persone possono sentirsi sopraffatte, ed invece che facilitare la decisione, la vasta gamma di opzioni porta a indecisione, frustrazione e insoddisfazione.
Essere consapevoli di questi ostacoli consente di adottare contromisure efficaci, migliorando la qualità e l’efficacia delle decisioni, soprattutto in contesti complessi o ad alta pressione.
Conclusione
Non esiste una formula unica per prendere decisioni sempre corrette. Tuttavia, comprendere i modelli decisionali, integrare le emozioni nel processo in modo efficace ed applicare strategie risolutive permette di migliorare significativamente la qualità delle proprie scelte.
Sviluppare una consapevolezza decisionale aiuta ad affrontare le sfide con maggiore sicurezza, sia nella vita personale che in ambito professionale. Inoltre, con l’uso di strumenti analitici e l’intelligenza artificiale, il decision making sta diventando sempre più sofisticato: questi strumenti aiutano a valutare meglio le alternative, prevedere le conseguenze e ridurre l’incertezza, rendendo il processo decisionale più efficiente e adattabile.
Il team di Blooming Areté ha sviluppato diversi percorsi per aiutare lavoratori e manager a raggiungere autonomia e sicurezza nel decision making, sempre tenendo conto delle emozioni.
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Bibliografia
- Viceconte, E. (2004). Il processo decisionale e la razionalità limitata.
- Fabio, T. R. R. A., & De Santis, S. Strategie per il decision making.
- Lerner, J. S., Li, Y., Valdesolo, P., & Kassam, K. S. (2015). Emotion and decision making. Annual review of psychology, 66(1), 799-823.
- Ansyari, N. S., Kunci, K., Risiko, M., & Keputusan, S. (2024). Implementation of risk management in strategic decision making. Journal of Scientific Interdisciplinary, 1(1), 35-44.
Domande frequenti
Il decision making è il processo attraverso cui analizziamo le alternative disponibili per compiere una scelta consapevole, basata su obiettivi, desideri e necessità. È un’attività che svolgiamo quotidianamente, sia nella vita personale che in ambito lavorativo, e che influenza direttamente la qualità dei nostri risultati e del nostro benessere.
I modelli decisionali variano in base al contesto. Tra i principali troviamo il modello razionale-normativo, basato su analisi logiche e sistematiche; il modello intuitivo, che si affida all’esperienza e all’intuizione; la razionalità limitata, che privilegia soluzioni “abbastanza buone” in contesti complessi; il modello incrementale, che procede per piccoli aggiustamenti progressivi.
Le emozioni giocano un ruolo cruciale nel processo decisionale. Se gestite in modo consapevole, possono diventare alleate preziose. Strategie come la regolazione focalizzata sugli antecedenti (modificare la percezione della situazione) o sulla risposta (modulare il comportamento) aiutano a prendere decisioni più equilibrate. L’obiettivo non è eliminare le emozioni, ma integrarle in modo costruttivo nel processo.