Riunioni efficaci: come massimizzare il tempo e i risultati
Ti sarà capitato almeno una volta di essere coinvolto in riunioni aziendali poco efficaci. Questo perché talvolta vengono compiute valutazioni poco accurate a livello di
Ti sarà capitato almeno una volta di essere coinvolto in riunioni aziendali poco efficaci. Questo perché talvolta vengono compiute valutazioni poco accurate a livello di
In questi ultimi anni la parola “engagement” è diventata d’uso comune nei contesti aziendali. E non in modo casuale. L’engagement, infatti, ha un ruolo decisivo
Il reverse mentoring è una pratica di formazione in cui i dipendenti più giovani condividono le loro competenze e prospettive con quelli più anziani. Questa metodologia aiuta a ridurre il divario generazionale e a potenziare le competenze digitali e sociali sul posto di lavoro. Oggi, è particolarmente rilevante per affrontare le sfide delle nuove tecnologie e promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo.
Con il termine OKR, acronimo di Objectives and Key Results, ossia obiettivi e risultati chiave, si fa riferimento ad un metodo di definizione degli obiettivi che può servire a livello organizzativo, individuale e di team, per stabilire i giusti scopi, monitorare i progressi e realizzare i risultati. Il concetto di obiettivi e risultati chiave è stato introdotto negli anni ‘70 da Andrew Grove, ex CEO di Intel, azienda leader nel…
Con l’espressione glass ceiling, o tradotto letteralmente soffitto di cristallo, si intendono una serie di ostacoli di natura socio-culturale che impediscono alle persone di genere femminile o appartenenti a minoranze di fare carriera all’interno di un dato ambiente lavorativo. Esse si ritrovano, dunque, relegate ai gradini inferiori della scala gerarchica aziendale, indipendentemente dalle loro qualifiche o dai loro risultati.
Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno portato alla ribalta una nuova concezione di leadership che fa della gestione dei dipendenti sia a distanza che in presenza il suo punto di forza. Man mano che la tecnologia avanza e le circostanze globali si evolvono, infatti, molte organizzazioni stanno adottando modelli di lavoro ibridi che consentono ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni da varie località, allontanandosi dall’idea…
Il cervello umano è un organo straordinario, in grado di ricevere ed elaborare una enorme quantità di informazioni provenienti dal mondo esterno. Tuttavia viviamo in una realtà estremamente complessa, nella quale ogni secondo siamo sovrastimolati e bombardati da informazioni e input di qualsiasi tipo, che non possiamo elaborare e categorizzare totalmente. Per questo motivo il nostro cervello, essendo un organo ingegnoso…
Era il 1998 quando Daniel Goleman, psicologo e scrittore statunitense, pubblicò un articolo intitolato “What Makes a Leader?”. Il fulcro del suo lavoro consisteva in una ricerca svolta coinvolgendo circa 200 grandi aziende, dalla quale è emerso che ciò che differenzia i leader veramente efficaci è il loro grado di intelligenza emotiva. Quest’ultima è costituita da cinque componenti: consapevolezza di sé, autoregolazione, motivazione…
Sei cappelli per pensare è un’espressione che, per chi non la conosce, potrebbe sembrare buffa e alquanto bizzarra, in realtà si tratta di una tecnica di decision making molto potente ed efficace. É una strategia che ha l’obiettivo di promuovere la creatività, migliorando la capacità di esplorazione, per avere un approccio più a tutto tondo di un problema, idea o progetto.
Nel mondo aziendale quello che abbiamo imparato ad aspettarci da colleghi e responsabili è un atteggiamento forte, sicuro e professionale che non lascia spazio ad emozioni e sentimenti. Nella maggior parte dei contesti organizzativi, infatti, qualsiasi rivelazione del proprio lato emotivo, rischia di essere considerata una debolezza o addirittura un comportamento non adatto all’ambiente di lavoro.
Il Quiet Quitting è un fenomeno definito come la riduzione, in termini quantitativi, dell’impegno dedicato al proprio lavoro. Il termine quiet quitting nasce nel mondo del social media, ed è quel fenomeno che coinvolge tutti i dipendenti che durante la giornata lavorativa svolgono solo lo stretto necessario, rifiutandosi di fare straordinari o attenendosi precisamente alle ore e alle attività e responsabilità definite da contratto.
Nella nostra società accade spesso che le richieste dell’ambiente siano troppo intense o permangano per troppo tempo, ben al di là delle capacità del nostro organismo di sostenere positivamente una tale situazione. Ad esempio, una condizione di indigenza economica, orari di lavoro troppo lunghi, giornate lavorative costellate da richieste eccessive, problemi familiari o malattie croniche. Ecco che allora diventa utile mettere in gioco…
Ti sarà capitato almeno una volta di essere coinvolto in riunioni aziendali poco efficaci. Questo perché talvolta vengono compiute valutazioni poco accurate a livello di
In questi ultimi anni la parola “engagement” è diventata d’uso comune nei contesti aziendali. E non in modo casuale. L’engagement, infatti, ha un ruolo decisivo
Il reverse mentoring è una pratica di formazione in cui i dipendenti più giovani condividono le loro competenze e prospettive con quelli più anziani. Questa metodologia aiuta a ridurre il divario generazionale e a potenziare le competenze digitali e sociali sul posto di lavoro. Oggi, è particolarmente rilevante per affrontare le sfide delle nuove tecnologie e promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo.
Con il termine OKR, acronimo di Objectives and Key Results, ossia obiettivi e risultati chiave, si fa riferimento ad un metodo di definizione degli obiettivi che può servire a livello organizzativo, individuale e di team, per stabilire i giusti scopi, monitorare i progressi e realizzare i risultati. Il concetto di obiettivi e risultati chiave è stato introdotto negli anni ‘70 da Andrew Grove, ex CEO di Intel, azienda leader nel…
Con l’espressione glass ceiling, o tradotto letteralmente soffitto di cristallo, si intendono una serie di ostacoli di natura socio-culturale che impediscono alle persone di genere femminile o appartenenti a minoranze di fare carriera all’interno di un dato ambiente lavorativo. Esse si ritrovano, dunque, relegate ai gradini inferiori della scala gerarchica aziendale, indipendentemente dalle loro qualifiche o dai loro risultati.
Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno portato alla ribalta una nuova concezione di leadership che fa della gestione dei dipendenti sia a distanza che in presenza il suo punto di forza. Man mano che la tecnologia avanza e le circostanze globali si evolvono, infatti, molte organizzazioni stanno adottando modelli di lavoro ibridi che consentono ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni da varie località, allontanandosi dall’idea…
Il cervello umano è un organo straordinario, in grado di ricevere ed elaborare una enorme quantità di informazioni provenienti dal mondo esterno. Tuttavia viviamo in una realtà estremamente complessa, nella quale ogni secondo siamo sovrastimolati e bombardati da informazioni e input di qualsiasi tipo, che non possiamo elaborare e categorizzare totalmente. Per questo motivo il nostro cervello, essendo un organo ingegnoso…
Era il 1998 quando Daniel Goleman, psicologo e scrittore statunitense, pubblicò un articolo intitolato “What Makes a Leader?”. Il fulcro del suo lavoro consisteva in una ricerca svolta coinvolgendo circa 200 grandi aziende, dalla quale è emerso che ciò che differenzia i leader veramente efficaci è il loro grado di intelligenza emotiva. Quest’ultima è costituita da cinque componenti: consapevolezza di sé, autoregolazione, motivazione…
Sei cappelli per pensare è un’espressione che, per chi non la conosce, potrebbe sembrare buffa e alquanto bizzarra, in realtà si tratta di una tecnica di decision making molto potente ed efficace. É una strategia che ha l’obiettivo di promuovere la creatività, migliorando la capacità di esplorazione, per avere un approccio più a tutto tondo di un problema, idea o progetto.
Nel mondo aziendale quello che abbiamo imparato ad aspettarci da colleghi e responsabili è un atteggiamento forte, sicuro e professionale che non lascia spazio ad emozioni e sentimenti. Nella maggior parte dei contesti organizzativi, infatti, qualsiasi rivelazione del proprio lato emotivo, rischia di essere considerata una debolezza o addirittura un comportamento non adatto all’ambiente di lavoro.
Il Quiet Quitting è un fenomeno definito come la riduzione, in termini quantitativi, dell’impegno dedicato al proprio lavoro. Il termine quiet quitting nasce nel mondo del social media, ed è quel fenomeno che coinvolge tutti i dipendenti che durante la giornata lavorativa svolgono solo lo stretto necessario, rifiutandosi di fare straordinari o attenendosi precisamente alle ore e alle attività e responsabilità definite da contratto.
Nella nostra società accade spesso che le richieste dell’ambiente siano troppo intense o permangano per troppo tempo, ben al di là delle capacità del nostro organismo di sostenere positivamente una tale situazione. Ad esempio, una condizione di indigenza economica, orari di lavoro troppo lunghi, giornate lavorative costellate da richieste eccessive, problemi familiari o malattie croniche. Ecco che allora diventa utile mettere in gioco…