La comunicazione è alla base di ogni interazione umana, dalla sfera professionale a quella personale. È il mezzo con cui condividiamo esperienze, idee, emozioni e pensieri. Per questo è fondamentale lo storytelling aziendale: saper comunicare la propria mission, i propri valori e la propria visione è essenziale per stabilire connessioni autentiche con consumatori e stakeholder.
Ma comunicare non significa solo parlare o scrivere: è un processo molto più complesso che comprende anche il modo in cui ci esprimiamo attraverso il tono della voce, la postura e le nostre azioni.
Non possiamo non comunicare, perché persino il silenzio trasmette un messaggio.
I livelli della comunicazione sono infatti molteplici, e ognuno ha un canale e delle finalità differenti.
I diversi livelli della comunicazione
Possiamo dividere i livelli della comunicazione in tre categorie, categorie che si intrecciano costantemente a causa delle loro peculiarità.
Il primo livello di comunicazione è quello verbale, costituito dalle parole che scegliamo. È il più evidente, ma rappresenta solo una minima parte del messaggio.
Il secondo livello è costituito da tutti gli aspetti paraverbali, come il tono, il ritmo e il volume della voce, che aggiungono profondità, urgenza ed emozione alla conversazione. L’ultimo livello è invece quello non verbale, fatto di gesti, espressioni e postura. Questo livello riesce a comunicare stati d’animo e intenzioni in modo più sottile ma altrettanto potente.
Dati tutti questi aspetti, è chiaro che la coerenza tra i livelli di comunicazione è essenziale per trasmettere messaggi chiari e incisivi.
Negli ultimi anni possiamo però parlare di un nuovo tipo di comunicazione: il digital storytelling. Il mondo digitale ha infatti non solamente portato nuovi mezzi di comunicazione, ma ha anche modificato il modo stesso in cui comunichiamo.
Social media, email e video ci permettono di raggiungere un pubblico vasto e diversificato, ma richiedono maggiore attenzione per garantire che il messaggio rimanga efficace e adatto al contesto.
Gli elementi chiave dello storytelling
Il cuore dello storytelling sta nei suoi elementi chiave.
Questi elementi sono principalmente tre: i personaggi, il conflitto e l’emozione. I personaggi permettono al pubblico di immedesimarsi, il conflitto mantiene viva l’attenzione e l’emozione rende il messaggio più potente e duraturo.
I personaggi possono essere sia i protagonisti sia gli antagonisti di una storia, ognuno con un proprio background e motivazioni specifiche che guidano le loro azioni. Il conflitto è la base della storia: è la vicenda che spinge i protagonisti ad andare avanti per raggiungere uno scopo. L’emozione, invece, mira a coinvolgere il lettore non solo attraverso la vicenda, ma attraverso il viaggio emotivo dei protagonisti.
Una struttura narrativa ben definita – con introduzione, climax e risoluzione – assicura che la storia fluisca in modo naturale, mentre un messaggio centrale chiaro consente al pubblico di portare con sé un significato preciso.
La relazione tra comunicazione e storytelling aziendale
Tra tutte le forme di comunicazione, lo storytelling emerge come una delle più potenti.
Raccontare una storia va oltre la semplice trasmissione di informazioni: è un’arte che cattura l’attenzione e crea un legame emotivo tra chi racconta e chi ascolta. Lo storytelling non è solo una tecnica, ma un viaggio condiviso, capace di rendere più memorabile e coinvolgente il messaggio che vogliamo trasmettere.
Lo storytelling è particolarmente efficace nel contesto aziendale, dove permette di creare una visione condivisa e rafforzare i legami all’interno e all’esterno di un’organizzazione.
La narrazione diventa un mezzo per ispirare cambiamento, consolidare la cultura aziendale e promuovere una visione coerente, dentro e fuori l’organizzazione.
I vantaggi dello storytelling
Le aziende che padroneggiano lo storytelling possono usarlo sia per motivare i propri dipendenti e migliorare il coinvolgimento sia per costruire una brand identity forte.
Se ci si rivolge a un pubblico interno, lo storytelling avrà i seguenti obiettivi:
- Motivare: per incoraggiare ad affrontare con proattività i cambiamenti.
- Orientare: per abituare a certi comportamenti e prassi condivise.
- Persuadere: per coinvolgere i collaboratori attraverso i propri valori.
- Informare: di solito relativamente a politiche aziendali e modalità di lavoro.
Quando invece il focus si sposta sui clienti esterni, lo storytelling assume obiettivi diversi:
- Enfatizzare le componenti emozionali dei prodotti e servizi offerti.
- Legittimare l’acquisizione dei propri valori.
- Persuadere a comprare i propri prodotti o servizi stimolando la razionalità e la logica.
Dati tutti questi vantaggi sia interni che esterni, non deve sorprendere la moltitudine di marchi che utilizzano questa tecnica comunicativa.
Alcuni casi di successo
Da sempre i brand cercano di entrare in connessione con i consumatori. Ma solo pochi riescono a lasciare un ricordo indelebile nel tempo.
I brand che riescono a connettersi con il pubblico, a creare un impatto emotivo e commerciale duraturo e a trasmettere i propri valori usano al meglio lo storytelling aziendale.
Analizziamo un paio di esempi.
Dove – Campagna “Real Beauty”
Dove ha lanciato nel 2004 la sua campagna Real Beauty con l’obiettivo di ridefinire gli standard di bellezza e promuovere l’autenticità. Questa campagna, seppur con mezzi e modalità di comunicazione diverse, va avanti ancora oggi, a dimostrazione dell’impegno costante del brand su questi temi.
Dove ha basato la sua campagna sulla missione di celebrare la bellezza autentica, allontanandosi dagli stereotipi irrealistici imposti dall’industria. Attraverso lo storytelling, il brand ha raccontato storie vere di donne comuni, mostrando la diversità nei corpi, nelle età e nelle origini culturali.
Lo ha fatto attraverso diversi video emozionali, che hanno mostrato – per esempio – il dietro le quinte delle trasformazioni digitali nei media, svelando quanto le immagini pubblicitarie siano irrealistiche.
Queste campagne hanno rafforzato enormemente la brand equity percepita: Dove è da allora diventato sinonimo di autenticità e self-love.
Nike – Campagna “Just Do It” con Colin Kaepernick
Nike, invece, si pone degli obiettivi diversi ma sempre dal grande valore. Nel 2018 ha lanciato una campagna con Colin Kaepernick, un ex giocatore della NFL noto per la sua protesta pacifica contro l’ingiustizia razziale inginocchiandosi durante l’inno nazionale.
L’obiettivo della marca, in questo caso, è di posizionarsi come promotore di valori progressisti e di empowerment.
Nike ha fatto ciò grazie a uno spot in particolare, “Believe in something. Even if it means sacrificing everything“, dove ha messo in primo piano la scelta di Kaepernick di sacrificare la propria carriera per una causa in cui credeva.
La narrazione ha collegato il messaggio universale di sfida e perseveranza di Nike con un tema sociale rilevante e attuale.
Nonostante diverse controversie iniziali, Nike ha rafforzato la fedeltà tra i consumatori più giovani e progressisti, aumentando il valore del brand.
Tecniche di storytelling aziendale
Per costruire una narrazione efficace è fondamentale conoscere il pubblico a cui ci si rivolge, mantenere l’autenticità e arricchire la storia con metafore e simboli. Ritmo e tono di voce devono essere curati per mantenere alta l’attenzione, garantendo che il messaggio venga recepito nel modo desiderato.
Fare tutto questo non è facile: richiede innanzitutto informazioni sui consumatori e sui potenziali consumatori, insight su valori e credenze e obiettivi chiari. Estremamente importante è poi avere una grande abilità comunicativa, perché l’efficacia del messaggio parte innanzitutto dal modo in cui viene comunicato.
Non è scontato, infatti, avere le qualità comunicative adeguate per poter persuadere e convincere il proprio interlocutore. Per fortuna, però, ci sono dei percorsi che possono aiutare a sviluppare queste soft skills.
La formazione manageriale
La formazione manageriale può migliorare significativamente l’abilità di storytelling dei manager, rendendoli più efficaci nel comunicare idee, ispirare il team e rafforzare la connessione con clienti e stakeholder.
I corsi di formazione, infatti, aiutano i manager a comprendere gli elementi essenziali di una storia efficace, come la struttura narrativa, i personaggi, il contesto e la centralità dell’emozione e dell’autenticità.
Attraverso workshop e sessioni pratiche, i manager possono anche affinare l’uso del linguaggio, imparare tecniche di comunicazione efficace e di public speaking e apprendere come personalizzare le storie in base all’audience, sia essa composta da colleghi, clienti o investitori.
I programmi di formazione manageriale rivolti al miglioramento dello storytelling aziendale insegnano a integrare lo storytelling con gli obiettivi aziendali, rendendo il messaggio più strategico e orientato ai risultati.
E non solo: insegnano anche a utilizzare storie per illustrare casi di successo, vision aziendali o valori del brand e a comunicare il cambiamento organizzativo o nuove strategie in modo che i dipendenti le comprendano e le accolgano con entusiasmo.
La formazione, quindi, permette ai manager di migliorare la propria leadership, di migliorare la comunicazione interna e di creare relazioni esterne più forti.
Il dibattito aziendale
Anche un corso sul dibattito può migliorare lo storytelling aziendale. Il dibattito, infatti, può far sviluppare competenze chiave che aiutano i dipendenti a comunicare in modo più efficace, persuasivo e strategico.
Questo tipo di attività aiuta enormemente a strutturare e organizzare un discorso e a capire la logica della comunicazione. Grazie a questo il discorso sarà naturalmente più chiaro e comprensibile.
Inoltre, si affina il pensiero critico dato che, durante il corso, i partecipanti devono rispondere a domande e obiezioni in tempo reale. Un altro vantaggio del dibattito è poi il miglioramento delle capacità persuasive, che parte dalla costruzione di argomentazioni solide fino ad arrivare all’uso strategico dell’emozione durante una conversazione.
Grazie a questa formula innovativa di formazione, tutti i dipendenti, indipendentemente dal ruolo, acquisiscono una metodologia comune per comunicare le storie del brand. Questo risulta in un maggiore engagement interno ed esterno, perchè una comunicazione più persuasiva e strutturata rafforza le relazioni sia con i colleghi sia con clienti e partner.
Considerazioni finali sullo storytelling aziendale
Lo storytelling, con la sua capacità di trasformare semplici informazioni in esperienze significative, rappresenta una delle competenze più preziose della comunicazione contemporanea.
Che si tratti di motivare un team, raccontare la storia di un brand o rafforzare i legami personali, l’arte di narrare storie ci aiuta a costruire ponti, semplificare concetti complessi e arricchire le nostre relazioni.
Per migliorare la propria abilità di fare storytelling aziendale ci sono diversi metodi, tra cui la formazione manageriale e il dibattito aziendale. Questi strumenti affinano soft skills essenziali per il successo di un’organizzazione – come abbiamo potuto scoprire attraverso i casi di successo – e consentono allo stesso tempo di investire sulla formazione delle risorse in azienda.
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Domande frequenti
Lo storytelling aziendale è fondamentale perché consente di creare connessioni autentiche con consumatori e stakeholder, comunicando mission, valori e visione in modo coinvolgente. Aiuta a rafforzare la brand identity, motivare i dipendenti e consolidare la cultura aziendale, migliorando la percezione del marchio sia internamente che esternamente.
Il digital storytelling ha introdotto nuovi strumenti come social media, email e video, che permettono di raggiungere un pubblico più vasto e diversificato. Tuttavia, richiede maggiore attenzione per garantire che i messaggi siano coerenti, emozionali e adatti al contesto digitale, rispettando la brand identity e catturando l’attenzione del pubblico.
Corsi come la formazione manageriale e il dibattito aziendale aiutano a sviluppare competenze fondamentali per lo storytelling, come l’uso strategico di linguaggio, emozioni e struttura narrativa. Inoltre, migliorano il pensiero critico, la capacità persuasiva e l’organizzazione dei discorsi, permettendo a manager e dipendenti di comunicare storie aziendali in modo più efficace e coinvolgente.