Lo stress lavoro correlato è “una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro” (Accordo sul Quadro Europeo del 2004). Questo stress può interessare potenzialmente ogni lavoratore in quanto causato da aspetti diversi, strettamente connessi con l’organizzazione e l’ambiente di lavoro.
I fattori che possono generare una risposta di stress sono, ad esempio, una situazione percepita come negativa, oppure l’incapacità di organizzare una risposta efficace ad un compito o, infine, l’impossibilità di sottrarsi a tale disagio. Queste situazioni provocano facilmente logoramento fisico e mentale, senso di frustrazione e uno stato di malessere progressivamente crescente. Difatti, l’evoluzione dei processi all’interno delle organizzazioni e il continuo mutamento dei contesti e delle dinamiche di relazione, possono generare situazioni di disagio e fatiche, le quali vengono percepite come fortemente limitanti rispetto alla propria capacità di azione e di espressione.
Come combattere lo stress-lavoro correlato? Uno strumento è il Coaching.
L’ICF (International Coaching Federation), che è la più importante associazione professionale tra coach, definisce il coaching come “una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”. Il processo di coaching adottato dall’ICF prevede che “il cliente sia prima di tutto rispettato, sia dal punto di vista personale che professionale, e venga considerato in grado di gestire efficacemente la propria vita ed il proprio ambito lavorativo”. Secondo questa visione, “i clienti sono in grado di apprendere ed elaborare le tecniche e le strategie di azione che permetteranno loro di migliorare sia le performance che la qualità della propria vita”.
Difatti, da un’analisi del 2014 condotta da Theeboom, Beersma e Van Vianen, emerge come l’obiettivo generale delle persone che si approcciano al coaching, in un contesto lavorativo, sia quello di ottimizzare il lavoro di una risorsa. Questo perché gli individui nelle organizzazioni “funzionano meglio” se si sentono bene, se i loro obiettivi vengono soddisfatti.
Si ricordi come lo stress lavoro correlato colpisce oltre il 20% dei lavoratori nell’Unione Europea ed è uno dei fattori maggiormente legati all’abbassamento del benessere percepito e, di conseguenza, al peggioramento delle performance lavorative. A tal proposito, una ricerca di Duijts, Kant, Van Den Brandt e Swaen (2008), ha rilevato come un intervento di coaching ha portato ad un cambiamento positivo nel benessere degli impiegati. In particolare, si è registrato come il coaching abbia giocato un ruolo preventivo nei confronti dello stress percepito. Un ulteriore studio (Gyllensten e Palmer, 2005) rileva come i trentuno partecipanti di un’organizzazione finanziaria britannica, mostrano che i livelli di ansia e stress sono diminuiti maggiormente nel gruppo che aveva partecipato ad un percorso di coaching, rispetto al gruppo che non aveva partecipato alle sessioni.
Come il coaching può ridurre il livello di stress?
Il coaching può essere molto utile per aiutarti a identificare e affrontare le principali fonti di stress nella tua vita personale o professionale e può fornirti suggerimenti e strategie per disattivare questi fattori di stress. In particolare, si potrà:
- Comprendere meglio l’origine dello stress, scoprendo e affrontando le cause alla radice, non solo i sintomi;
- Prendere e attuare decisioni o piani d’azione che rimuoveranno o ridurranno l’impatto dei fattori di stress;
- Apportare modifiche alle abitudini, ai comportamenti, ai modelli di pensiero o alle convinzioni non funzionali che sono responsabili dell’attivazione dello stress;
- Apprendere strumenti concreti ed utili alla gestione di eventi stressanti;
- Aumentare fiducia in se stessi, l’energia, l’ottimismo e la motivazione.
Per concludere, si è sempre più convinti che un nuovo modo di lavorare, che consideri la persona come punto principale di attenzione, è il modo più efficace per ottenere benessere, crescita personale, sviluppo del potenziale e contemporaneamente generare performance ottimali per le stesse aziende. All’interno di questo panorama il coaching, approdato in Italia solo qualche decina d’anni fa, si sta implementando come processo fondato proprio sull’obiettivo principale di sviluppare e massimizzare il potenziale delle persone e il loro benessere. Questo è possibile grazie al raggiungimento di obiettivi personalizzati sulla storia professionale di ognuno e alla riduzione dell’incidenza di ulteriori fattori negativi, come ad esempio lo stress lavoro correlato, che potrebbero inficiare negativamente sul benessere e il raggiungimento di risultati importanti dal punto di vista professionale.
Giorgia Valente
Bibliografia
Theeboom, T., Beersma, B., & van Vianen, A. E. (2014). Does coaching work? A meta-analysis on the effects of coaching on individual level outcomes in an organizational context. The Journal of Positive Psychology, 9(1), 1-18.
Duijts, S. F., Kant, I., Van Den Brandt, P. A., & Swaen, G. M. (2008). Effectiveness of a preventive coaching intervention for employees at risk for sickness absence due to psychosocial health complaints: results of a randomized controlled trial. Journal of occupational and environmental medicine, 765-776.
Gyllensten, K., & Palmer, S. (2005). Can coaching reduce workplace stress. The coaching psychologist, 1(1), 15-17.