Avrai sentito parlare almeno una volta di coaching, soprattutto in ambito lavorativo.
Questo perché si tratta di uno strumento utilizzato in azienda per accompagnare le persone ad affrontare sfide personali e professionali.
Talvolta, però, il coaching viene confuso con il mentoring. È fondamentale, invece, comprendere le differenze tra i due processi per poter scegliere lo strumento più adatto alla specifica situazione.
In questo articolo mettiamo a confronto il coaching vs il mentoring, per capire le caratteristiche distintive del coaching e le strategie per massimizzare i suoi benefici!
Coaching vs Mentoring: come si distinguono?
“Partnership che stimola la riflessione, in cui lo scopo è raggiungere un obiettivo personale o professionale”.
“Rapporto one to one, che ha l’obiettivo di trasmettere conoscenze, abilità o competenze per crescere a livello personale o professionale”.
Quale definizione si riferisce al coaching e quale al mentoring? Proviamo a capirlo analizzando le principali differenze tra i due processi.
Coaching vs Mentoring: finalità
Innanzitutto un aspetto distintivo del coaching è la finalità: potenziare le competenze e raggiungere gli obiettivi personali e lavorativi del cliente, grazie ad un lavoro di consapevolezza.
Questo è uno scopo realistico da raggiungere, perché si presuppone che il cliente (coachee) riesca a diventare autonomo nella gestione della propria vita e lavoro, imparando tecniche e strategie di azione apposite.
Nel mentoring, invece, l’obiettivo principale è la trasmissione di conoscenze o abilità specifiche da parte del mentor (persona con maggior esperienza) al mentee (persona con minor esperienza).
Riassumendo potremmo dire, quindi, che il mentoring istruisca, mentre il coaching supporti.
Coaching vs Mentoring: durata
Un’altra differenza tra coaching e mentoring è la durata del percorso.
Nel coaching le tempistiche sono piuttosto brevi, visto che l’obiettivo è guidare il cliente verso l’autonomia. Infatti, una volta che coachee avrà imparato ad utilizzare gli strumenti forniti dal coach potrà proseguire da solo nella sua crescita.
Nel mentoring la situazione è diversa, perché servono tempi più lunghi per affrontare tutti i temi in modo dettagliato. Questo è ancora più vero se consideriamo che le conoscenze da trasmettere sono specifiche di un certo settore.
Coaching vs Mentoring: ruolo del coach e del mentor
Un’ulteriore distinzione che vale la pena fare riguarda il ruolo svolto dal coach e dal mentor all’interno del percorso.
Il coach deve essere sicuramente esperto nella gestione del processo di coaching, ma non gli è richiesto di avere conoscenze e competenze in settori di business specifici. Il punto di forza di un bravo coach, infatti, sono le competenze relazionali più che le competenze tecniche.
Il mentor, invece, deve disporre di conoscenze in particolari business e competenze di management, poiché il suo compito è supportare un mentee che ricopre un ruolo ben definito all’interno dell’azienda.
Il mentor riesce ad essere efficace nel supportare il mentee, perché ricopre la sua stessa posizione (esempio: Product Manager), con l’unica differenza di aver maturato una maggior esperienza nel ruolo.
Facciamo un esempio concreto per capire meglio. Pensiamo ad un mentor che per diversi anni ha ricoperto il ruolo di Product Manager Senior. Egli può fornire un supporto mirato a un mentee che lavora come Product Manager Junior, condividendo competenze specifiche del settore tecnologico e capacità di gestione del team. Grazie alla sua esperienza avanzata nello stesso ambito, il mentor può offrire consigli pratici sulla gestione di progetti complessi e sul decision making strategico.
Quindi…quando scegliere il coaching e quando il mentoring? Se lo scopo è migliorare le competenze o raggiungere un obiettivo personale e professionale in poco tempo il coaching è lo strumento più adeguato.
Se, invece, la finalità è di ampliare conoscenze tecniche o abilità specifiche nel proprio ruolo, avendo a disposizione tempi più lunghi, allora il mentoring è più utile.
Adesso riusciresti ad associare la giusta definizione al coaching e al mentoring?
Ecco la risposta: la prima definizione è riferita al coaching, mentre la seconda al mentoring!
Strategie per potenziare il coaching
Ora che abbiamo capito quali sono le caratteristiche specifiche del coaching vediamo alcune strategie per implementarlo in modo efficace.
Definire obiettivi chiari
Il primo passo per massimizzare i benefici del coaching è stabilire in modo preciso gli obiettivi che si intendono raggiungere. Definire gli obiettivi, infatti, è cruciale, perché su di essi si basano i passaggi successivi del percorso.
Esistono diverse tecniche che aiutano a delineare un obiettivo, come la tecnica SMART ed è compito del coach individuare quella più opportuna al contesto.
Quali sono i tipici obiettivi del coaching? Ecco qualche esempio
Se focalizziamo l’attenzione sul coaching in ambito professionale, il cosiddetto Business Coaching, un obiettivo da raggiungere può essere il miglioramento delle competenze di leadership e di gestione del tempo.
Pensiamo ad un manager, che vuole diventare un leader efficace. Il coaching è un supporto in questo, perché fornisce strumenti per gestire in modo ottimale le dinamiche interpersonali e di pianificazione delle attività.
Un altro obiettivo del business coaching può essere rafforzare la fiducia in sé e la capacità di prendere decisioni. Questo significa consolidare l’autostima per scegliere in modo più sicuro e rapido. Lo si può fare apprendendo tecniche di valutazione delle situazioni e di risoluzione dei problemi.
Creare piani personalizzati e goal oriented
Il secondo passo per un buon percorso di coaching è costruire un piano d’azione personalizzato, adeguandolo alle esigenze del cliente.
Per farlo si può analizzare il contesto aziendale in cui si dovranno raggiungere gli obiettivi. Una domanda utile in questo senso è: quali sono le dinamiche dell’ambiente lavorativo che possono influenzare il percorso?
Si può poi continuare individuando gli ostacoli e le risorse possedute dal cliente: il tempo a disposizione, i rapporti con i colleghi e responsabili etc…
In questo modo si riflette sugli scenari possibili, anticipando le sfide e sfruttando al meglio le opportunità presenti, con l’obiettivo di stilare un piano di azione concreto.
Durante il percorso di Business Coaching tramite l’applicazione di questo piano nell’ambiente lavorativo, il cliente avrà modo di sperimentare e di raggiungere con il tempo l’obiettivo.
Prevedere sessioni di coaching regolari
Realizzare delle sedute regolari di coaching e feedback è un altro aspetto da considerare per rendere più efficace il coaching.
È fondamentale, infatti, non solo pianificare il piano di azione, ma anche monitorare l’andamento!
Durante questi incontri coach e coachee valutano insieme i progressi e le difficoltà incontrate. Così sarà possibile modificare il piano di azione a seconda delle necessità e dei risultati ottenuti.
Quindi…perché utilizzare il coaching aziendale?
Un bravo coach tramite le strategie viste fino ad ora, sarà in grado di supportare il coachee nelle sfide più comuni, come la definizione troppo generica degli obiettivi e delle azioni per raggiungerli.
Così si potrà godere a pieno dei vantaggi che questo percorso può offrire.
Tra i benefici ricordiamo il supporto a livello personale: il coachee viene costantemente incoraggiato dal coach, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Inoltre, il coachee viene accompagnato nella crescita personale, diventando più consapevole di sé tramite un processo maieutico: riflette sui propri valori, risorse ed esperienze grazie alle domande e al confronto con il coachee.
Il coaching dà anche un contributo a livello professionale. Il coachee ha, infatti, l’opportunità di migliorare la sua performance. Questo grazie all’approccio concreto del coaching stesso, che permette di rafforzare competenze immediatamente spendibili nel lavoro di ogni giorno.
Coaching vs mentoring in sintesi
In questo articolo abbiamo approfondito le caratteristiche distintive del coaching e le strategie per realizzarlo in modo ottimale.
Strategie che, partendo dalla definizione chiara degli obiettivi e arrivando al monitoraggio del percorso, permettono di sfruttare a pieno i vantaggi del coaching stesso.
I benefici che il coaching può dare sono ampi, sia a livello personale che professionale. Ecco perché si rivela una risorsa preziosa per le aziende, in ottica di sviluppo dei talenti e di successo organizzativo a lungo termine.
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FAQ
Il business coaching si focalizza sull’aiutare le persone a migliorare le proprie competenze e a raggiungere obiettivi professionali specifici attraverso una guida. I coach lavorano su obiettivi a breve termine, concentrandosi sullo sviluppo delle competenze, la risoluzione dei problemi e il miglioramento delle prestazioni.
La differenza principale è nell’approccio e negli obiettivi. Il coaching è orientato ai risultati ed è strutturato con l’obiettivo di ottenere progressi misurabili in un arco di tempo definito. Il mentoring, invece, si concentra sullo sviluppo personale e professionale a lungo termine, grazie alla condivisione di esperienze e conoscenze della carriera del mentore.
Il coach fornisce strategie personalizzate per superare sfide specifiche, come potenziare la capacità di leadership, migliorare la comunicazione. Il business coach supporta il coachee nella valutazione di difficoltà e progressi, assicurando che rimanga allineato agli obiettivi.
Le persone o le aziende dovrebbero considerare un percorso di coaching quando si trovano ad affrontare sfide specifiche, che richiedono un’attenzione immediata, oppure quando hanno bisogno di sviluppare particolari competenze con un percorso personalizzato. I coach sono particolarmente utili nelle fasi di transizione di un’azienda o quando si presentano nuove opportunità.
Bibliografia
Passmore, J. (2007). Coaching & mentoring: The role of experience and sector knowledge. International Journal of Evidence based Coaching and Mentoring, Summer, 10-16
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