Leadership in azienda: la formazione per i middle manager

La leadership in azienda è cambiata molto negli ultimi anni. Qual è il ruolo dei middle manager nel mondo del lavoro odierno? Quali sfide affrontano e quali competenze necessitano per avere successo? Scopritelo leggendo questo articolo.

Quali sono le caratteristiche di un buon leader?

Secondo la letteratura un leader è colui che guida, ispira e influenza i membri del gruppo o dell’organizzazione verso il raggiungimento di obiettivi comuni, promuovendo nel contempo il benessere e lo sviluppo di tutti i partecipanti.

Da un punto di vista psicologico, la leadership può essere definita come la capacità di influenzare e motivare gli altri verso il raggiungimento di un obiettivo comune.

Secondo questa definizione, un bravo leader è una persona affidabile, in grado di spronare e migliorare gli altri, senza tuttavia imporsi o esercitare pressioni sul team.

Ma leader si nasce o si diventa?

Non c’è dubbio che molte persone abbiano doti naturali nel guidare gli altri, ma le basi di una buona leadership in azienda possono essere apprese e migliorate da chiunque, poiché questa si basa su ascolto, empatia e determinazione.

Di seguito vedremo come il concetto di leadership aziendale è mutato insieme ai cambiamenti della società.

L’evoluzione del contesto

I leader aziendali di oggi non sono sicuramente i leader di ieri. Le persone e le aziende sono cambiate, si sono evolute. Si pretende sempre di più. Questo succede sia dal lato delle aziende, che cercano sempre più personale specializzato e qualificato, che dal lato delle persone, sempre meno disposte a scendere a compromessi.

Questa trasformazione è il risultato di una serie di cambiamenti economici e sociali avvenuti nei recenti anni, quali il miglioramento della qualità di vita e un incremento del livello di istruzione della popolazione. Tali cambiamenti sono stati poi accelerati in modo repentino dalla pandemia da Covid-19, la quale ha innescato la cosiddetta “great resignation”.

Questo termine indica quel fenomeno di grandi dimissioni volontarie – in crescita secondo i dati Aidp – per la ricerca di una maggiore felicità e un miglior work-life balance. 

In questo contesto bisogna quindi chiedersi come fare per trattenere le persone nella propria organizzazione. Un tempo bastava offrire uno stipendio di mercato, con buoni orari lavorativi, ma oggi non è più sufficiente.

Le nuove priorità

Le priorità adesso sono invece cambiate: le persone cercano sempre più una modalità di lavoro ibrida, flessibile, con benefit concreti (non parliamo solo di buoni pasto, ma di veri strumenti di supporto, dallo psicologo, ai servizi di asilo e babysitting) e un ambiente di lavoro sano. 

Sono soprattutto i giovani tra i 18 e 34 anni a spingere in questa direzione, non accettando compromessi sulla propria felicità.

Diventa fondamentale, quindi, cambiare prospettiva. Coloro che detengono la leadership in azienda non solo devono farsi carico di gestire team e mole di lavoro, ma devono anche creare spazi di lavoro sani, inclusivi e attrattivi.

Leadership in azienda: il middle management

Farsi carico di tutto questo può però essere arduo, soprattutto per i middle manager.

I middle manager, infatti, spesso affrontano il cambiamento di ruolo senza un adeguato supporto e senza beneficiare di una formazione specifica per esercitare in modo efficace la loro leadership in azienda. 

Il loro ruolo tuttavia è fondamentale poichè sono gli interlocutori per eccellenza tra il top management e i team operativi.

I problemi che si ritrovano ad affrontare sono però per loro nuovi: il coordinamento di più persone, l’organizzazione del lavoro proprio e altrui, gli obiettivi da stabilire e raggiungere e le maggiori responsabilità.

Le criticità in questo passaggio sono causate da un gap di competenze relativo in particolare ad aree chiave come la delega, la gestione delle risorse, la presa di decisione e lo sviluppo del team. 

Tutte competenze che non erano fondamentali nel loro precedente ruolo.

Il passaggio da un ruolo professionale a un ruolo manageriale non è un processo semplice e istantaneo; piuttosto, rappresenta un percorso che può richiedere varie tempistiche. Coinvolge l’acquisizione di nuove competenze tecniche e relazionali, aspetto non trascurabile.

Impatti negativi delle competenze inadeguate

Il processo di transizione di ruolo e le conseguenti nuove responsabilità, se trascurati, possono generare varie conseguenze negative sia per il middle manager che per il team. 

Il considerevole carico di lavoro può condurre il manager a vivere uno stress eccessivo, che rischia di sfociare facilmente in un burnout.

L’accumulo di stress da parte del manager può, a sua volta, impattare direttamente sul rendimento dei propri collaboratori. Senza una supervisione adeguata e un supporto durante il lavoro, infatti, si potrebbe verificare una riduzione della produttività. Tale diminuzione può minare il morale del team, aumentando potenzialmente il tasso di turnover.

Questo scenario diventa più probabile se il middle manager non è affiancato da una figura senior nelle fasi iniziali o se non riceve una formazione sufficiente per gestire il maggiore carico di responsabilità. 

La questione della formazione manageriale, quindi, non riguarda soltanto il middle manager in sé, ma coinvolge l’intera azienda.

Perché investire nella formazione manageriale dei middle manager?

Come visto in precedenza, trattenere le persone nella propria azienda sta diventando sempre più difficile. Stanno cambiando le esigenze, le aspettative, le priorità. Le persone sono più propense a lasciare un posto di lavoro per un altro, soprattutto se non c’è una buona leadership in azienda.

In questo contesto, l’investimento nelle risorse umane emerge come l’unica risorsa chiave per ottenere successo. 

I middle manager svolgono un ruolo cruciale nel facilitare importanti scambi comunicativi tra dipendenti e dirigenti senior. Senza un flusso di comunicazione interna efficace, diventa complesso per un’azienda avere successo sia nel contesto interno che in quello esterno.

Impiegare sforzi e budget in figure chiave come i middle manager è senz’altro un investimento strategico per la crescita e il successo aziendale.

I benefici della formazione manageriale

Investire nella formazione manageriale migliora anche le performance. Manager più competenti e capaci portano a una maggiore efficacia e produttività.

Ciò comporta vantaggi significativi per tutte le parti coinvolte: il manager, avendo un miglioramento nella sua autoefficacia; il team, che si sentirà gratificato dai successi e vedrà nel middle manager un leader ispiratore da seguire; i dirigenti e il management senior, i quali saranno soddisfatti dai progetti portati a termine.

Puntare sulla formazione ha anche il beneficio di generare in azienda un clima positivo. Un team motivato e guidato da un leader capace porta a un ambiente di lavoro più sano e positivo. 

E, come abbiamo già visto nel nostro articolo sul benessere organizzativo, questo ha un’influenza positiva sulle emozioni e sulla salute mentale dei dipendenti.

Dipendenti felici saranno più motivati nel proprio lavoro, e raggiungeranno con più determinazione gli obiettivi prefissati.

Una sfida per il futuro

Visto l’andamento del mercato del lavoro e tenendo anche conto delle esigenze di dipendenti e manager, il futuro risulta sicuramente pieno di sfide.

La formazione – fin dai tempi della scuola – è una sfida impegnativa, ma che nel lungo termine porta risultati enormi. È l’elemento che unisce potenzialità e successo. Solamente attraverso di essa si può imparare e migliorare.

Colmare il gap formativo dei middle manager è una delle sfide della leadership in azienda.

La formazione come parte integrante della cultura aziendale

Considerando quanto è stato discusso finora, è essenziale che l’azienda accompagni i dipendenti nel passaggio di ruolo. Questo rappresenta una vera svolta che solo le organizzazioni orientate al futuro sono disposte ad adottare. 

Investire in percorsi di formazione mirati e di sviluppo delle capacità di leadership in azienda è solo uno dei modi in cui un’organizzazione può essere leader nel mercato del lavoro.

Un’azienda che tiene ai suoi dipendenti e che tiene a formare i manager avrà molte più possibilità di accrescere la sua brand reputation e incrementare la retention dei talenti.

La formazione manageriale si può dire quindi essenziale per la crescita aziendale? La risposta è certamente sì. Non solo per i manager stessi, i quali imparano ad acquisire nuove competenze e abilità, ma per tutta l’azienda.

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