Benessere mentale al lavoro: qual è l’impatto dei manager?

Nel mondo lavorativo odierno, dove il sentirsi sopraffatti e stressati è diventato comune, il benessere mentale a lavoro diventa sempre più importante. Le aziende per essere produttive e attrattive verso i propri dipendenti, devono garantire un ambiente di lavoro sano e promuovere il benessere psicologico.

Il manager gioca un ruolo chiave in questa trasformazione positiva. Oltre a supervisionare e coordinare le attività quotidiane, ha l’importante onere di contribuire alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e attento alle esigenze del team.

Perché il benessere mentale al lavoro è importante? 

È una domanda cruciale che merita una profonda riflessione. Ci sono svariate motivazioni per cui il benessere influenza profondamente la sfera lavorativa. 

In primo luogo il benessere è strettamente correlato alla produttività aziendale. Infatti un buono stato mentale favorisce la concentrazione, la creatività e la capacità di problem-solving. Un dipendente che si sente bene è più propenso a essere innovativo e motivato. Inoltre un buon benessere tra i dipendenti favorisce e promuove relazioni positive tra colleghi e ciò porta ad un clima di collaborazione e supporto. 

Il benessere mentale ha anche un’influenza positiva sulla salute fisica ed emotiva delle persone, riducendo il rischio di malattie e migliorando la qualità della vita.

Oltre a ciò, le organizzazioni che investono sul benessere dei propri dipendenti riescono ad attrarre maggiormente i talenti, dimostrando di investire in termini di responsabilità sociale e migliorando la loro reputazione con tutti i diversi stakeholder, dai clienti, agli investitori, alla società più in generale. 

Quali sono gli impatti della mancanza di attenzione al benessere?

Investire sul benessere dei dipendenti comporta numerosi vantaggi per le organizzazioni. Tuttavia, trascurare questo aspetto e favorire un contesto lavorativo stressante può generare conseguenze devastanti sia per le aziende che per le singole persone al suo interno.

A livello aziendale, i principali effetti negativi riguardano i significativi costi dovuti al calo della produttività, all’aumento dell’assenteismo e del turnover

Il calo della produttività si verifica principalmente a causa della riduzione dell’efficienza lavorativa e della qualità del lavoro svolto dai dipendenti.

L’assenteismo crescente, dovuto a malattie fisiche e mentali correlate con stress e ansia, comporta la perdita di ore di lavoro e l’aumento dei carichi di lavoro per i dipendenti presenti, che possono sentirsi sopraffatti e demotivati.

Il turnover elevato, invece, implica costi aggiuntivi legati alla ricerca, alla selezione e alla formazione di nuovi dipendenti, oltre a una perdita di conoscenze e competenze acquisite dai dipendenti che lasciano l’organizzazione. 

D’altro canto, la mancanza di benessere in azienda può avere effetti negativi anche sugli individui, manifestandosi attraverso una serie di sintomi fisici e psicologici. 

L’esaurimento emotivo, l’ansia e la depressione diventano sempre più diffusi tra i lavoratori, soprattutto tra le generazioni Z e Millennial, che segnalano livelli crescenti di burnout dovuti alle pressioni lavorative.

Le statistiche a riguardo non lasciano spazio a dubbi: il nostro Paese si colloca al 7° posto in Europa per il livello di stress che i lavoratori sperimentano quotidianamente sul posto di lavoro (State of the Global Workplace: 2023 report). 

Quali sono le cause del malessere in azienda?

Fino ad ora abbiamo visto i vantaggi di un buon grado di benessere in azienda e le conseguenze negative di un clima di malessere. Ma quali sono i fattori che causano e influenzano tali aspetti?

Le cause del malessere in azienda sono indubbiamente multifattoriali e riguardano aspetti relazionali, organizzativi e culturali.

Tra le cause relazionali, possono figurare la mancanza di comunicazione efficace, conflitti non risolti, discriminazioni e mancanza di sostegno tra colleghi.

A livello organizzativo, carichi di lavoro eccessivi, pressioni per rispettare scadenze stringenti e compiti impegnativi sono fonti di stress che mettono a dura prova il benessere mentale dei dipendenti. 

Dal punto di vista culturale, una cultura aziendale basata sulla competizione e sull’isolamento, anziché sulla collaborazione e sull’inclusione, può avere un impatto negativo sul benessere mentale dei dipendenti. Infatti un ambiente competitivo e poco collaborativo amplifica lo stress, creando tensioni interpersonali. 

Tutti questi fattori interconnessi possono contribuire a creare un ambiente lavorativo stressante e poco salutare, con conseguenti effetti negativi sulla salute mentale e sulle prestazioni complessive dei dipendenti.

Il ruolo chiave dei manager

In questo contesto, il ruolo dei manager è cruciale. Un management empatico e attento alle esigenze dei dipendenti può fare la differenza tra un ambiente di lavoro ostile e uno sano e appagante. Grazie alla loro attività, infatti possono incidere sull’organizzazione del lavoro e sulla cultura aziendale.

Inoltre, i manager sono figure chiave poiché sono la prima sentinella in grado di riconoscere i segnali di stress e disagio tra i membri del team, e agire prontamente per mitigarli. 

Devono essere capaci di comunicare in modo chiaro e aperto, incoraggiando il dialogo attorno ai temi legati alla salute mentale

Ancora più importante, i manager devono essere modelli positivi per i propri dipendenti, dimostrando cura e attenzione nei loro confronti e promuovendo una cultura aziendale basata sul rispetto reciproco e sulla considerazione del benessere di tutti i collaboratori.

In sintesi, le cause del malessere e il ruolo del manager si intrecciano, evidenziando la necessità di un approccio attento e consapevole alla gestione delle risorse umane.

La sfida per le aziende

È fondamentale che le aziende e i manager accettino la sfida di creare ambienti di lavoro più sani e sostenibili per i propri dipendenti. 

Per migliorare il benessere sul posto di lavoro, è importante diffondere stili di leadership sostenibili, empatici e inclusivi. 

Oltre a ciò è necessario che le aziende attivino iniziative specifiche per diffondere consapevolezza e conoscenze sui temi del benessere e malessere emotivo come il programma Wellbeing Journey di Blooming Areté. 

Questo programma offre strumenti pratici e sessioni di formazione per aiutare il management a riconoscere i segnali di stress e malessere psicologico nei propri team. 

L’invito è quello di riflettere sul proprio benessere mentale e di diffondere consapevolezza riguardo alla salute mentale sul posto di lavoro. È essenziale comprendere l’importanza del benessere aziendale e la necessità di adottare misure concrete per promuoverlo. 

L’obiettivo è quello di avere un mondo del lavoro in cui la salute mentale è una priorità per tutti, in cui i dipendenti si sentono veramente supportati e valorizzati e dove la consapevolezza riguardo ai problemi di salute mentale è parte integrante della cultura aziendale. 

Questo non solo migliora il benessere individuale, ma porta a team più coesi, aziende più competitive e una società più equa e inclusiva nel suo complesso.

Bibliografia

Oswald, A. J., Proto, E., & Sgroi, D. (2015). Happiness and productivity. Journal of labor economics, 33(4), 789-822

Wright, T. A., & Cropanzano, R. (2004). The role of psychological well-being in job performance:: a fresh look at an age-old quest. Organizational dynamics, 33(4), 338-351

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