Al giorno d’oggi, il contesto lavorativo è molto sfidante sia per le new entry che si affacciano per la prima volta, sia per chi vuole fare un cambio di rotta nella propria carriera o per chi deve reinventarsi a seguito di un licenziamento. D’altronde, non a caso, si parla di “mercato del lavoro”: infatti, così come in tutti i mercati si incontrano le cosiddette “domanda” e “offerta”, anche nel mondo del lavoro troviamo le varie aziende e le offerte lavorative da un lato e i diversi candidati dall’altro.
Seguendo questo ragionamento, possiamo dunque immaginare il mercato del lavoro come uno spazio altamente stimolante e sfidante, con tantissime opportunità ma anche molta competizione.
Ecco che in un “mercato” come questo, dal punto di vista dei candidati, può risultare davvero arduo trovare una direzione e il presentarsi al meglio bene è fondamentale per entrare nella realtà desiderata/fare il lavoro desiderato. Di solito, si punta ad avere tutte le competenze necessarie per la posizione/il ruolo, a partire dal proprio cv.
Tuttavia, non si esaurisce qui il potenziale di un candidato. Egli non è solo un mix di esperienze professionali adeguate, un valido percorso di studi e soft skills: tale visione può risultare infatti miope e a tratti spietata. Un candidato è prima di tutto una persona con aspirazioni, valori e attitudini. Se poi questi ultimi convergono e si uniscono alle caratteristiche sopracitate, ecco che si crea una mutua reciprocità e si ottiene il “candidato ideale”.
Career Counseling
Purtroppo però, ancora oggi e soprattutto in Italia, si applica poco questa più ampia visione e si rischia di navigare a vista nel proprio percorso professionale. É qui che interviene il career counseling, ovvero la bussola per ritrovare la rotta. Questo può aiutare qualsiasi persona a gestire una fase di stallo momentanea o più in generale ad orientarsi, offrendo tanti spunti di riflessione dai quali poter ripartire. Infatti, come suggerisce il nome stesso, il career counseling è uno strumento di orientamento nel mondo del lavoro.
In particolare, secondo Di Fabio può essere un intervento mirato ad aiutare, sostenere e orientare la persona verso scelte di carriera più efficaci e consapevoli e, dunque, una vita più soddisfacente.
Infatti, visto che l’ambito lavorativo e privato vanno inevitabilmente ad influenzarsi a vicenda, il percorso professionale risente e condiziona anche la vita privata del singolo e viceversa: continuare a pensare ai due ambiti separatamente può risultare quindi deleterio e fuorviante.
Il career counseling interviene secondo un’ottica olistica, all’insegna di una parola chiave: coerenza. Molto spesso, infatti, ci si imbatte in profili frammentati, dispersivi e non coerenti né al loro interno né con l’eventuale posizione lavorativa. Questo si verifica quando non è stata fatta un’adeguata riflessione su sé stessi, sulle proprie aspirazioni e attitudini sia personali che lavorative.
Queste ultime non sono affatto da dare per scontate, anzi: spesso sono proprio loro che decretano la qualità di un percorso professionale ben orientato e congruente alle proprie tendenze, agli studi, agli interessi e alle motivazioni intrinseche.
Come si struttura un percorso di career counseling?
Nello specifico, un percorso di career counseling viene diviso in più incontri all’interno dei quali la persona lavora assieme a un professionista – il counselor – sul proprio percorso professionale, andando a riflettere su se stesso a tutto tondo, sia dal punto di vista professionale che personale.
Per ogni persona, infatti, il bagaglio di competenze, teoriche e tecniche acquisite con gli studi e l’esperienza, è la base per poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Ma oltre a questo ci sono le attitudini che guidano la persona, portandola a distinguersi dagli altri candidati e a poter eccellere.
Il career counseling offre la possibilità di conoscersi, arrivando a capire i propri valori fondamentali e i propri sogni, per liberare il massimo potenziale e dirigersi verso scelte lavorative ad essi coerenti. Facendo questo con l’aiuto di un professionista, la persona può esplorare le varie possibilità aperte e in ultima analisi aumentare il proprio stato di soddisfazione e di benessere in ambito lavorativo e non solo.
Counselor come facilitatore
Il counselor funge dunque da facilitatore, accompagnando la persona verso una maggiore consapevolezza e coerenza tra obiettivi e modi per raggiungerli. Se poi il professionista è uno psicologo, allora la persona può anche approfondire temi più intimi individuando le ragioni di un eventuale stallo o impasse momentanea nell’ambito lavorativo.
Infine, complice la pandemia di COVID-19, negli ultimi due anni in molti stanno mettendo in discussione le scelte professionali fatte: infatti, è ormai di primaria importanza percepire la posizione lavorativa ricoperta in linea con la propria scala valoriale, con i sogni e gli obiettivi di realizzazione personale.
Ecco dunque che il career counseling potrà sicuramente trovare negli anni a venire una maggiore applicazione, soprattutto in Italia, per avere persone che possano esprimersi al meglio nel proprio lavoro.
Bibliografia
Di Fabio, A. (2010). Manuale di psicologia dell’orientamento e Career Counseling nel XXI secolo. Giuntipsicologia.io
Savickas, M. (2019). Career counseling (pp. xvi-194). Washington, DC: American Psychological Association.
Sarchielli, G. (2020). Pandemia da Covid-19, lavoro e carriere. L’importanza del career counseling (pp. 14-25).
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