Modello RIASEC: la personalità delle professioni

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Anche le professioni hanno una personalità? Secondo il modello RIASEC sì!

La scelta del percorso professionale è un momento critico e decisivo nella vita di una persona. Infatti il lavoro ha un ruolo fondamentale perché contribuisce allo sviluppo della personalità, permette di costruire relazioni con gli altri e risponde al bisogno di autorealizzazione e soddisfazione personale. 

Il lavoro, inoltre, consente all’individuo di esprimere i propri talenti e di dare un contributo concreto alla società, andando oltre la semplice dimensione economica. Tale esperienza influisce anche sulla costruzione del proprio stile di vita, sulla gestione del tempo libero e sul modo in cui l’individuo si relaziona con la comunità.

La scelta della propria professione diventa, quindi, una componente molto importante dell’identità di un individuo, motivo per cui è importante cercare di comprenderne appieno gli interessi chiedendosi: “Cosa mi piace fare?”.

I professionisti del modello RIASEC

Il processo di auto-riflessione può essere supportato da strumenti scientifici o da professionisti esperti che aiutano a chiarire motivazioni, inclinazioni e priorità personali. In questo modo, le scelte non risultano casuali o dettate esclusivamente dalle opportunità immediate, ma diventano parte di un percorso più coerente e consapevole.

Da un punto di vista operativo, per fronteggiare l’attuale mercato del lavoro, sempre più dinamico e flessibile, si potrebbe far riferimento ad un consulente di carriera che guidi l’analisi dell’orientamento formativo, degli interessi e delle motivazioni personali. 

Tale consulenza permette inoltre di esplorare diversi scenari professionali, valutare le opportunità di crescita e prevenire scelte premature o inadeguate, favorendo una maggiore soddisfazione e motivazione nel lungo periodo.

Teoria delle personalità professionali

Uno dei pionieri nell’ambito dell’orientamento professionale è lo psicologo americano John Holland che, con la teoria delle personalità professionali, è il primo ad affermare che anche i ruoli lavorativi, e non solo le persone, hanno una personalità.

L’idea innovativa è che, così come gli individui si differenziano notevolmente in termini di carattere, temperamento e modo di essere, anche le professioni possiedono caratteristiche diverse che le rendono maggiormente compatibili con determinate qualità individuali. 

Questa prospettiva permette di comprendere meglio perché alcune persone prosperano in determinati ruoli mentre altre incontrano difficoltà, offrendo uno strumento di previsione e pianificazione della carriera.

L’applicazione della teoria della scelta professionale di Holland prevede la valutazione degli individui in termini di due o tre tipi di personalità principali e il successivo abbinamento di ciascun tipo agli aspetti ambientali di una possibile carriera. La teoria prevede che maggiore è il grado di conformità tra caratteristiche individuali e occupazionali, migliori saranno gli esiti positivi legati alla carriera, inclusi soddisfazione, persistenza e rendimento. 

Ed è proprio il giusto match tra individuo, personalità e professione che permette una buona scelta del lavoro che si intende svolgere. Solo in questo modo, infatti, le persone riescono a maturare delle scelte consapevoli rispetto al tipo di lavoro da intraprendere, raggiungendo uno stato di benessere e soddisfazione. Questa consapevolezza si traduce anche in una maggiore capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato e delle richieste professionali.

Partendo, quindi, dalle inclinazioni degli individui, Holland elabora il Modello RIASEC, caratterizzato da 6 tipologie professionali. Le sei categorie non sono rigide: molte persone mostrano combinazioni di tipi, e ciò permette di esplorare percorsi professionali più flessibili e personalizzati.

Le sei tipologie professionali

Realistic – Realistico (Il costruttore)

Si tratta di persone che preferiscono l’interazione fisica con il loro ambiente di lavoro, con uno spiccato bisogno di contatto con la materialità. Il realistico possiede valori economici e politici convenzionali. Le persone che scelgono e apprezzano lavori di questo tipo sono simili tra loro, ad esempio: supervisori edili, meccanici aeronautici, elettricisti, operatori radio, geometri e ingegneri. 

Investigative – Investigativo (Il pensatore)

Un amore per le idee astratte è il principale carattere distintivo di un pensatore, che preferisce affrontare compiti teorici e logici ed è incline alla risoluzione di problemi. Chi rientra in questa categoria potrebbe diventare un buon medico, psicologo, scienziato, botanico, consulente oppure avvocato. 

Artistic – Artistico (Il creatore)

I creatori tendono a rifuggire da ambienti strutturati e poco routinari. Contraddistinti da una personalità artistica, eccellono in spazi dove le loro abilità, originalità e creatività possono essere libere di esprimersi al meglio. Il musicista, l’autore e l’attore sono professioni tipiche di persone con questa particolare vocazione. 

Social – Sociale (Il soccorritore)

Chi possiede questa personalità è molto sociale, responsabile, empatico e compassionevole. Predilige il lavoro di squadra e preferisce risolvere problemi attraverso i sentimenti e l’uso delle relazioni interpersonali. Tipiche di questa vocazione sono le professioni quali insegnanti, psicologi clinici e supervisori scolastici. 

Enterprising – Imprenditoriale (Il persuasore)

I persuasori sono persone a cui piace sperimentare una sensazione di potere e di influenza sugli altri, perseguire gli obiettivi stabiliti e assumersi rischi. Possiedono abilità orali per vendere, gestire e guidare, evitano l’uso prolungato di linguaggio intellettuale, si adattano facilmente. 

Inoltre, sono fortemente motivati a raggiungere posizioni di potere e sono propensi ad assumersi responsabilità in prima persona. Alcuni esempi in questo senso sono il politico, dirigenti aziendali, promotori sportivi e manager di hotel. 

Conventional – Convenzionale (L’organizzatore)

Un’abilità molto preziosa da possedere al mondo d’oggi è la capacità di archiviare, sistematizzare e semplificare i processi. Gli organizzatori, quindi, amano gli ambienti ordinati e le attività ben organizzate linguisticamente e numericamente. 

Sono inclini a svolgere compiti ripetitivi, motivo per cui sono in grado di lavorare in diversi settori, da quello militare a quello legale e medico. Un esempio di professione è la segretaria, l’impiegato in un ufficio postale, il supervisore di banca e l’analista finanziario. 

Modello RIASEC e Assessment

Una delle implicazioni più evidenti della teoria di Holland è che assegnare le persone a ruoli professionali compatibili con la loro tipologia di personalità e i loro interessi favorisce il benessere, la soddisfazione e le performance sul lavoro. L’assessment in questo contesto diventa uno strumento fondamentale.

Serve a identificare con precisione da una parte quali sono gli interessi, i valori, le preferenze e le abilità della persona; dall’altra, a mettere a fuoco le caratteristiche dell’ambiente (le attività richieste, le routine, l’organizzazione, il tipo di interazione con altri, la creatività, la struttura, ecc.). 

L’assessment non serve solo a classificare, ma anche a stimolare riflessioni personali, generando consapevolezza e guidando la scelta di percorsi professionali coerenti con le proprie inclinazioni.

La consapevolezza del sé e la presa di decisione

Uno degli elementi più utili dell’assessment è che aiuta a strutturare la consapevolezza del sé nel lavoro: anche solo mettere per iscritto il proprio profilo RIASEC consente alle persone di riflettere su cosa piace fare, su quali attività provocano soddisfazione, su dove emergono le tensioni fra le preferenze personali e le richieste esterne. 

Questa autoanalisi facilita la definizione di strategie per affrontare sfide professionali e adattarsi a nuove situazioni. E tale struttura cognitiva aiuta nel prendere decisioni più informate.

Un altro aspetto emerso dagli studi recenti è che non basta considerare solo cosa le persone “amano fare” (i loro interessi), ma anche cosa evitano, cosa non piace loro. In alcune ricerche si è rilevato che ciò che una persona non vuole fare può predire in maniera significativa il livello di soddisfazione o di incongruenza nel lavoro. 

Questo dualismo fra “gradimento” e “rigetto” può essere parte integrale dell’assessment, aiutando a individuare più accuratamente le zone di possibile conflitto tra persona e ambiente.

L’assessment basato sul modello RIASEC è quindi una pratica di grande utilità sia per coloro che già lavorano in azienda sia per chi vuole affrontare una nuova sfida lavorativa. Una delle casistiche in cui è più utile questo tipo di assessment è il cambio interno dei ruoli: basandosi sul modello, infatti, l’HR può comprendere se la risorsa sarà adeguata alla nuova mansione, e viceversa. 

Un’applicazione del modello RIASEC: l’Instrument Map

Sulla base della teoria di Holland sono stati costruiti diversi strumenti, tra i più conosciuti vi è il questionario “Instrument Map”.

La somministrazione avviene analizzando la tipologia di compiti e attività che risultano in linea con le preferenze dell’individuo, sulla base delle 6 personalità professionali identificate da Holland. 

Questo strumento è utile in fase di orientamento nella scelta del percorso formativo da intraprendere e l’inserimento nel mondo lavorativo. Può aiutare a identificare skill trasferibili da un contesto all’altro e a progettare percorsi di carriera più flessibili.

Inoltre può dare ottimi risultati anche per persone che hanno già un’idea precisa del proprio futuro professionale, dando una conferma rispetto a quest’ultimo o rimettendolo in discussione per il benessere del soggetto.

Il modello RIASEC individuato da Holland risulta quindi tutt’oggi molto attuale, continuando ad essere la base di molti strumenti utili e funzionali ad orientare la scelta dei percorsi di studi e di carriera.

Conclusione

In sintesi, il modello RIASEC e l’assessment associato permettono due passaggi fondamentali:

  1. Costruire un linguaggio comune e strutturato per descrivere sia le persone sia gli ambienti di lavoro (attività, valori, stile – che rendono un ambiente adatto o meno); 
  2. Fare delle valutazioni diagnostiche che aiutano le persone a vedere con chiarezza dove ci può essere un buon abbinamento, e dove invece potrebbero esserci disallineamenti da affrontare (modificando il proprio percorso, scegliendo attività, ambienti o ruoli più consoni). 

Questo processo, come mostrano le evidenze empiriche, è connesso a esiti concreti: maggiore soddisfazione, performance migliore, persistenza, minor turnover.

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