Intervista a Paola Merlini, HR Manager di Munich Re Italia

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Munich Re, multinazionale tedesca leader nel settore ri-assicurativo e della gestione del rischio, ha scelto di rafforzare la propria people strategy anche attraverso una collaborazione strategica con Blooming Areté. Per raccontarvi questa partnership abbiamo condotto un’intervista a Paola Merlini, HR Manager di Munich Re Italia.

Investire nelle persone e supportarle nel loro sviluppo è importante non solo per creare le condizioni di benessere in azienda, ma anche per avere una competitività sostenibile e a lungo termine.

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Conosciamo meglio Paola Merlini e la sua realtà.

Raccontaci brevemente di Munich Re e della sua cultura organizzativa

Munich Re è una multinazionale tedesca con sedi in tutto il mondo. Oltre a vantare competenze tecniche e una posizione di leadership nel business, pone grande attenzione alle persone. 

Questa filosofia è confermata da Paola: «Per noi ogni persona ha un nome e un cognome; non è semplicemente un numero o una matricola. Crediamo fermamente che ogni individuo possieda punti di forza da valorizzare e debolezze da supportare». 

E valorizzare presuppone benessere e formazione, infatti: «È fondamentale continuare a sviluppare le competenze del personale. Soprattutto, è importante far stare bene le persone, perché siamo convinti che un ambiente di benessere migliori le performance. Questa convinzione ci ha spinto a sviluppare una vera strategia interna. La cultura aziendale e il business vanno di pari passo, diventando due asset fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi».

Munich Re ha quindi integrato i suoi valori e la sua visione al proprio business, consentendole di ricevere la certificazione Great Place to Work® Certified Company 2024

Perché avete deciso di implementare un servizio di benessere? Quali obiettivi avevate?

Come si è evinto finora, per tutta l’azienda il benessere è sempre stato un tema centrale. 

Continuando con l’intervista, Paola Merlini sottolinea che la vera spinta è arrivata nel periodo post pandemia: «Dopo il Covid, abbiamo sentito ancor più l’esigenza di mettere al centro il supporto alle persone. Abbiamo, ad esempio, potenziato lo smart working, continuato a “lavorare” sui nostri spazi aziendali e ad offrire servizi legati alla persona come check-up aziendali e una piattaforma di welfare per far sentire i nostri dipendenti a proprio agio». 

Un ulteriore aspetto importante è stato l’introduzione di un supporto psicologico concreto: «Non si tratta solo di formazione teorica, ma di mettere a disposizione psicologi formati che offrono percorsi personalizzati. Crediamo che, se le persone si sentono ascoltate e valorizzate, non solo acquisiscono una maggiore consapevolezza delle proprie capacità, ma riescono anche a gestire meglio lo stress, le continue esigenze di flessibilità e la rapidità richiesta dal mercato».

L’incontro tra psicologia e consulenza aziendale

L’HR Manager ha apprezzato il carattere distintivo di Blooming Areté: «Ho scelto una soluzione che coniuga l’approccio psicologico – con professionisti formati e in grado di dare consigli mirati – con un approccio aziendale – che tiene conto dei meccanismi interni e delle esigenze organizzative».

Paola Merlini, nell’intervista, ci tiene infatti a sottolineare l’importanza di questo aspetto: «Questa dualità è stata per noi una leva importante nella scelta del partner con cui collaborare: cercavamo qualcuno in grado di offrire una competenza specifica non solo in ambito tecnico, ma anche umano, per costruire una “psicologia dell’azienda” che considerasse il ruolo di ogni individuo». 

Il tema del benessere dei dipendenti non è una novità in Munich Re: «È un tema che è stato, sin dall’inizio, molto sentito non solo dai responsabili HR, ma anche dal nostro amministratore delegato, che crede fermamente che la persona rappresenti l’asset più importante».

Cosa vi ha portato a scegliere i servizi di coaching e benessere di Blooming Areté per la vostra popolazione aziendale?

Munich Re ha deciso di mettere in pratica diversi progetti di Blooming Areté legati al benessere. 

Il primo è stato il supporto psicologico: «Abbiamo scelto un servizio che potesse essere fruito in totale anonimato. Ciascun dipendente poteva accedere a un aiuto quando ne sentiva il bisogno. Nessuno è stato obbligato a partecipare. Il progetto, “Coaching sul Benessere”, voleva essere un supporto concreto e immediato, oltre che personalizzato». 

Ma questo non è stato l’unico servizio messo in campo per l’organizzazione: «L’altro servizio, il “Caffè del benessere”, nasceva dall’esigenza di creare momenti pratici e informali, dove le persone potessero incontrarsi, scambiare suggerimenti utili e, in modo immediato, trarre benefici che potessero influire positivamente sul loro modo di lavorare e gestire lo stress quotidiano». 

Concretamente, il team di Blooming Areté – insieme a Munich Re – ha organizzato piccoli incontri di gruppo: «I colleghi si sono resi conto che hanno gli stessi problemi e difficoltà. Questo confronto – il non sentirsi soli – ha migliorato la consapevolezza e la sicurezza in se stessi. Inoltre, il confronto diretto ha migliorato le relazioni, perché alcuni di loro interagivano solo durante le riunioni – su argomenti tecnici -, mentre in questo ambiente hanno potuto scambiarsi opinioni in maniera informale».

La formazione per i manager

Il progetto Wellbeing Journey è stato costruito per non lasciare soli manager e dirigenti nella gestione delle difficoltà del team. 

Questa è stata infatti un’«opportunità [per i manager] per imparare a gestire colleghi e collaboratori, dato che – come sottolinea Paola Merlini – spesso non hanno una formazione psicologica, e quindi non hanno la conoscenza degli strumenti idonei per aiutare. La formazione è servita per far comprendere cosa vuol dire aiutare un collaboratore in difficoltà, soprattutto in una situazione di stress psicologico». 

Per venire incontro a questa esigenza i formatori hanno dato loro strumenti utili – a partire dall’uso di un giusto vocabolario per esprimersi per prevenire, riconoscere e gestire i segnali di malessere psicologico. 

Paola conferma che la formazione manageriale e l’esempio dei manager sono prioritari per Munich Re. Lei stessa ha investito parecchio affinché il servizio di benessere venisse sfruttato da tutti e promosso dai manager: «Abbiamo fatto leva sulla disponibilità di avere uno psicologo. Abbiamo detto ai manager: il servizio c’è, quindi sfruttalo. Il coaching sul benessere non era solo un’opportunità per aiutare gli altri, ma anche per aiutare i manager stessi in caso di necessità. Perché, come sappiamo, il burnout è aumentato dopo il Covid, e noi volevano fornire strumenti per evitarlo». 

Quali sono state le difficoltà nell’implementare i progetti di benessere?

Serena Zirpoli, CEO di Blooming Areté, intervista Paola Merlini nella sede di Munich Re

La difficoltà più grande, ammette Paola Merlini durante l’intervista, è stata quella di superare lo stigma dello psicologo: «In Italia, purtroppo, non abbiamo la cultura dello psicologo. Non chiediamo spesso aiuto. Lo psicologo è ancora associato a una malattia mentale. Per questo abbiamo puntato più sulla parola “benessere” e spiegato nel dettaglio il servizio, integrandolo appieno nella people strategy». 

Fornire strumenti concreti e un supporto dedicato si integra infatti perfettamente con la people strategy di Munich Re. Così infatti afferma Paola Merlini: «Il nostro slogan, che riassume questo concetto, è: “Se stai bene, performi bene”. Questo messaggio ha dimostrato la sua efficacia. Un ambiente di lavoro positivo, in cui le persone si sentono ascoltate e supportate, porta a risultati migliori e a un maggiore senso di appartenenza».

Un’altra difficoltà è stata trovare il modo di migliorare l’infrastruttura informatica. Già prima della pandemia Covid c’è stato un grande investimento sul tema, logicamente proseguito nel tempo: «Ci siamo trasformati già nel 2019 in azienda paperless. Successivamente, abbiamo facilitato l’accesso a risorse e informazioni in modo rapido e immediato, ovunque si trovassero i nostri dipendenti, tutti dotati di firma elettronica. Queste migliorie hanno avuto e continuano ad avere un impatto positivo sul benessere generale e sulla produttività, rafforzando il senso di comunità interna».

Quali risultati avete ottenuto?

Misurare l’efficienza e l’efficacia dei programmi di benessere è sempre difficile, perché è difficile avere dei KPI concreti. 

Paola ci mostra il loro metodo di misurazione: «Abbiamo periodicamente fatto delle survey interne dove i risultati dimostrano che il work life balance è il punto forte di Munich Re. Le persone hanno supporto e riescono a ritagliarsi i propri spazi. Il monitoraggio è continuo».

E non è solo migliorato il clima interno e quindi la retention, ma anche l’attraction e l’employer branding: «I giovani che, per sviluppare diverse esperienze, se ne vanno, è capitato che riuscissero a rientrare nella nostra realtà.». 

Risultati e miglioramenti, mettendo sempre in discussione lo status quo, sono sempre nel focus di Munich Re: «Abbiamo realizzato un’estrema flessibilità, dando anche l’opportunità a tutto lo staff di scegliere di non timbrare più il “cartellino”. Inoltre, continuiamo ad avere un accordo di smartworking che non prevede limiti quantitativi. C’è molta libertà unita, però, a un grande senso di responsabilità».

Paola, attualmente, sta lavorando molto su diversità e inclusione, con l’obiettivo di rimanere un’azienda people-centered a 360°.

Quali consigli daresti ad altre aziende che vogliono investire nel benessere aziendale?

Paola ha le idee chiare su quale sia la rotta da seguire: «Consiglio vivamente di investire in benessere e flessibilità (work-life balance). I risultati che abbiamo ottenuto sono evidenti: un clima aziendale migliore, una maggiore produttività e un forte senso di fidelizzazione dei dipendenti. È importante offrire supporto psicologico, creare spazi di lavoro piacevoli e, soprattutto, monitorare costantemente le esigenze dei propri collaboratori. Se le persone si sentono valorizzate e sostenute, le performance migliorano in maniera significativa».

Paola Merlini conclude con questi insight la sua intervista con noi. Ciò che è emerso è che Munich Re ha perfettamente compreso l’importanza strategica di investire nella formazione e nel benessere

La collaborazione con Blooming Areté ha rappresentato e rappresenta ancora un tassello fondamentale in questo percorso. Ha offerto un supporto strutturato che integra interventi di formazione, nonché iniziative di supporto psicologico mirate a favorire un ambiente di lavoro sereno e resiliente. 

Grazie a questa sinergia è stato possibile promuovere una cultura aziendale che pone al centro la valorizzazione delle persone. I dipendenti sono riconosciuti come asset fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di business e per affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione.

Noi di Blooming Areté ringraziamo Paola Merlini per il suo prezioso contributo e per averci dato fiducia nei progetti per la sua realtà.

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La foto rappresenta l'intervista condotta a Paola Merlini dalla nostra CEO Serena Zirpoli. Le due sono su un divanetto a parlare
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