Creatività in azienda: l’importanza di questa skill

Spesso si parla di creatività in termini di competenza dei lavoratori di un team e dell’organizzazione stessa per raggiungere determinati livelli di performance. In particolare, viene definita come la competenza fondamentale alla base della capacità di innovazione, sia da parte dei singoli lavoratori sia dell’azienda nel suo complesso di perseguire strategie innovative.

Il termine creatività non fa riferimento alla fantasia o alla capacità di produrre qualcosa di immaginario: parlare di competenza creativa significa fare riferimento alla “produzione di idee che siano nuove e originali, ma anche utili, riguardanti prodotti, servizi, processi e procedure”.

Perché occuparsi di creatività nel contesto aziendale?

Ad oggi molte aziende hanno guadagnato posizioni di successo nei loro mercati di riferimento basando la propria strategia sulla capacità di innovare: si tratta non solo di una competenza centrale nell’ambito del mercato del lavoro per quanto riguarda il futuro e l’employability delle persone, ma rappresenta anche una capacità organizzativa che può fare la differenza, in termini di vantaggio competitivo. 

Le sfide della creatività in azienda

La creatività nel tempo ha assunto un ruolo sempre più centrale all’interno dei contesti lavorativi, divenendo una delle 10 soft skills essenziali nel mondo del lavoro.

Infatti, se tempo fa la creatività veniva per lo più associata a professioni artistiche, oggi si è sempre più convinti che essa, oltre ad essere una forma vitale di intelligenza, sia una competenza chiave da acquisire e potenziare. La creatività si estende ben oltre il campo dell’arte e della letteratura, applicandosi a qualsiasi ambito della vita umana, tra cui quello professionale.

Negli ultimi anni sempre più aziende investono sullo sviluppo del pensiero creativo come competenza centrale da acquisire al fine di rispondere ai processi di cambiamento, in un qualche modo più rapidi e repentini rispetto al passato.

Questi scenari complessi ed in continua trasformazione mettono in difficoltà anche i leader più brillanti nel ricercare soluzioni nuove oppure diverse rispetto al passato, volte a garantire una maggiore competitività. La creatività, infatti, è in grado di spingere le persone a scoprire qualcosa di nuovo, sviluppando nuove connessioni che portano ad innovazioni, soluzioni e cambiamenti.

Il legame tra innovazione e creatività

Questo legame tra creatività e innovazione rende la prima un elemento fondamentale nell’attuale mondo del lavoro: per tutte le aziende oggi è indispensabile una costante innovazione al fine di migliorare sé stesse, essere competitive e riuscire ad affrontare nuove sfide e problemi complessi.

Numerose aziende, illuminate e consapevoli, si pongono quindi tra i loro obiettivi come formare le proprie risorse a far emergere le proprie idee, utilizzando in modo deliberato il pensiero creativo per generare più opzioni, ad esempio, tra cui scegliere l’opportunità vincente.

Inoltre, la creatività è un costrutto fortemente legato a quello di problem solving, ovvero “la capacità di un individuo di mettere in atto processi cognitivi per affrontare e risolvere situazioni reali e interdisciplinari, per le quali il percorso di soluzione non è immediatamente evidente”.

La creatività in azienda come asset

La creatività attiva una sequenza di azioni riflessive, orientate verso uno scopo che non è raggiungibile attraverso un procedimento di routine. In questo modo, essa risulta essere una delle principali ragioni del successo di un’impresa. Inserire nelle aziende dei modelli che agevolino e sviluppino i processi creativi, significa poter attivare quelle condizioni che favoriscono la nascita di innovazioni, le quali rappresentano, in un contesto molto competitivo quale quello dell’economia globale, un importante strumento di sopravvivenza per le stesse.

Dan Pink nel suo intervento TED “The puzzle of motivation”, afferma che stiamo andando incontro a un processo di automazione dove i compiti più tecnici, matematici e meccanici vengono sempre più attribuiti a computer e strumenti elettronici che sostituiscono l’uomo nella loro applicazione.

Al contrario, sono invece sempre più ricercate le figure professionali capaci di coprire quelle posizioni lavorative dove viene richiesto l’uso della creatività: è indubbio che nei processi decisionali e di immaginazione legati a posizioni di management, marketing, ecc… le macchine non possano ancora sostituire il ruolo dell’individuo umano.

Benefici della creatività in azienda in sintesi

Allenare le persone ad essere creative, pensare in modo nuovo, attivando l’immaginazione, partendo da prospettive non ancora esplorate al fine di ridefinire processi, prodotti e situazioni, rappresenta un passaggio obbligato per l’attivazione di un modello di crescita aziendale in linea con l’attuale mercato.

Come si valuta la creatività in azienda?

Di norma si misura attraverso alcune caratteristiche tipiche degli output creativi, e, in particolare, si considera il livello di originalità dell’idea prodotta (quanto è nuova e inaspettata), il livello di elaborazione (quanto è accurata e sviluppata nei dettagli e quanto è realizzabile) e il livello di fluidità (numero di idee che un lavoratore è in grado di produrre).

Quando si guarda a queste caratteristiche, si può capire quanto un lavoratore è creativo in senso positivo per il management.

La creatività delle persone può essere sviluppata e deve essere stimolata per produrre dei risultati originali e con un alto contenuto di valore creativo.

Per questo motivo entrano in gioco tre variabili che hanno un effetto sulla creatività delle persone, dei gruppi e dell’organizzazione:

  • la prospective taking: la capacità di mettersi in una prospettiva diversa dalla propria;
  • la creativity identity: quanto è importante per la descrizione della propria identità ritenersi una persona creativa;
  • la creative self efficacy: la consapevolezza di essere una persona capace di produrre un output creativo.

Quali sono però gli ingredienti che rendono una persona creativa?

Il modello di Teresa Amabile (1988) sulla creativity componential theory si compone di creative thinking skill (abilità), competenze e motivazione.

Queste abilità che riguardano la nostra capacità di produrre qualcosa di nuovo possono essere allenate e sviluppate con diverse tecniche che aiutano le persone ad ampliare il proprio modo di pensare e a produrre idee che siano gradualmente sempre più originali.

È inoltre importante avere poi competenze nell’ambito di applicazione dell’idea creativa; infine, la terza componente identificata per ottenere risultati che hanno il massimo livello di creatività è la motivazione dell’individuo, in particolare quella intrinseca.

Il modello della creatività in azienda (Unsworth, 2001)

Un altro interessante modello è stato sviluppato da Unsworth (2001) e propone quattro tipologie di attività basate su due dimensioni fondamentali, cioè il problema da affrontare (già conosciuto o meno), e il driver del coinvolgimento della persona che ha prodotto l’idea creativa (scelta autonoma del lavoratore o imposta). Il modo in cui si genera creatività e il tipo di creatività che si ottiene è diverso sulla base di queste due dimensioni. 

Le quattro attività identificate nel modello sono:

  • responsive creativity (creatività più orientata al problem solving), ossia quando si ha un problema conosciuto, intorno al quale vengono poste una persona o un gruppo di persone e viene chiesto loro di trovare una soluzione innovativa a quel problema.
  • expected creativity quando invece si hanno una persona o un team coinvolti in una determinata attività, che nello svolgerla producono una idea innovativa e un output creativo. 
  • contributory creativity si ha quando un lavoratore volontariamente si mette a disposizione per risolvere un problema complesso rispetto al quale non c’è una soluzione conosciuta (tipo di creatività mossa dalla motivazione intrinseca della persona che si coinvolge).
  • proactive creativity è il caso di massima capacità creativa e massima divergenza e originalità della soluzione proposta, ovvero quando le persone deliberatamente e liberamente decidono di intervenire in una determinata realtà, offrendo una modalità nuova e originale mai sviluppata prima.

Come favorire la creatività in sintesi?

Una strategia per sviluppare e coltivare la creatività è quella di lasciare ai lavoratori del tempo libero e degli spazi per occuparsi di ciò che li appassiona di più, in modo tale da generare idee creative inaspettate, che potrebbero creare un vantaggio competitivo per l’azienda stessa.

Bibliografia 

Amabile T. M., 1988, “A model of creativity and innovation in organizations”, Research in Organizational Behavior.

Klijn, M. and Tomic, W. (2010), “A review of creativity within organizations from a psychological perspective”, Journal of Management Development, Vol. 29 No. 4, pp. 322-343.

Robbins S.P., Judge T.A., Bodega D. (2016). Comportamento organizzativo. Conoscere e sviluppare competenze organizzative; Pearson.

Unsworth K., 2001, Unpacking Creativity, The Academy of Management Review. 

Scopri gli altri articoli di Blooming Areté!

Conflitto in azienda: dall’origine alla gestione

Intelligenza emotiva al lavoro: strategie per il successo

Decisioni: il duplice ruolo di razionalità ed emozioni

Engagement aziendale: l’ingrediente per trattenere i talenti

Condividi