“Non si finisce mai di imparare” è il concetto alla base del lifelong learning, un processo di apprendimento per tutta la vita finalizzato a rispondere in modo efficace a nuovi bisogni, cambiamenti, sfide personali e lavorative. Attraverso la formazione si acquisiscono e si sviluppano conoscenze, abilità e atteggiamenti per portare adeguatamente a termine un compito e migliorare la performance lavorativa.
La formazione aziendale ha una duplice natura: didattica e formativa. La prima è volta all’acquisizione di nuovi comportamenti mentre la seconda alla trasformazione di questi in abitudini. Le principali funzioni sono il potenziamento delle competenze, la gestione del cambiamento e lo sviluppo personale, al fine di colmare il gap tra competenze possedute e competenze desiderate. Questa attività è strategica per l’azienda sia nel breve che nel lungo periodo: ha ritorni economici e psicologici poiché porta all’acquisizione di nuove conoscenze e comportamenti, motiva e rende flessibili i lavoratori per gestire efficacemente i cambiamenti aziendali.
I percorsi di formazione si suddividono in base allo sviluppo di hard o soft skills.
Le prime riguardano il saper fare, quindi le specifiche conoscenze tecnico-professionali riguardanti il ruolo o la funzione e sono generalmente abilità facili da osservare, quantificare e misurare ma anche da insegnare e valutare (Balcar, 2016). Le seconde sono meno tangibili tuttavia non sono meno importanti delle altre, al contrario è sempre più necessario il saper essere in situazione. Le soft skills sono abilità intra e interpersonali di tipo socio-emotivo importanti per lo sviluppo personale, la partecipazione sociale e il successo lavorativo (Kechagias, 2011). Le competenze trasversali possono essere apprese e migliorate e per far ciò è necessario uscire dalla propria zona di comfort, conoscendosi e lavorando sui propri punti di debolezza.
L’importanza delle soft skills
Competenze hard e soft hanno la stessa rilevanza per la crescita e la competitività delle società, incidendo sulla produttività totale. Quando il miglioramento delle soft skills si integra ai progetti di investimento, di cambiamento organizzativo e di innovazione, questi risultano più efficaci.
La ricerca del Development Economics è stata la prima ad aver dimostrato che le soft skills non sono soltanto competenze nice to have ma sono importanti economicamente ed indispensabili per la competitività delle imprese e delle persone (Pezzoli, 2017).
In termini di miglioramento della produttività, le competenze trasversali consentono ai lavoratori di svolgere compiti più complessi, lavorare più efficacemente e produrre prodotti di valore più elevato.
Apprendimento esperienziale
Il metodo più efficace per sviluppare le soft skills è l’apprendimento esperienziale, che si focalizza sull’esperienza come fonte di consapevolezza e di apprendimento, concentrandosi sul legame tra il fare e l’apprendere. Quest’approccio è caratterizzato da quattro momenti: l’esperienza concreta, l’osservazione riflessiva, ossia la comprensione dei significati dell’esperienza, la concettualizzazione astratta, in cui si elaborano delle teorie generali da mettere in pratica nell’ultima fase di sperimentazione attiva.
L’utilizzo di questo metodo comporta molti vantaggi:
- Aumenta l’engagement dei partecipanti, poiché attraverso esperienze concrete e dinamiche sono più coinvolti;
- Colma il gap formativo di un approccio esclusivamente teorico;
- Contestualizza le nozioni e gli strumenti appresi in situazioni reali;
- Permette di sperimentare fin da subito le competenze apprese durante la formazione.
Un buon progetto formativo che si basi sull’apprendimento esperienziale deve rispondere ai bisogni aziendali e a quelli professionali del lavoratore.
Approfondiremo prossimamente come strutturare un progetto formativo efficace. Stay tuned!
Valeria Serafini, Alessia Villani