Wellbeing: oltre il welfare aziendale

Negli ultimi vent’anni, è maturata la consapevolezza di doversi occupare maggiormente del concetto di wellbeing ed individuare fattori e comportamenti che possano migliorare la qualità della vita.

L’interesse verso questa tematica ha coinvolto diverse discipline tra le quali la psicologia, le scienze mediche, economiche ed ambientali che, ognuna con i propri strumenti e metodi, ha cercato di definire le condizioni favorevoli alla promozione del benessere. In quest’ottica, la psicologia positiva nasce con il duplice obiettivo di indagare i fattori che influenzano il benessere individuale e potenziare le skills e le risorse personali. L’attenzione si sposta quindi dalla dimensione della cura a quella della prevenzione, con il fine di costruire qualità positive e potenziare le capacità individuali. 

All’interno delle organizzazioni, il wellbeing si presenta come uno stato di benessere nel quale ogni collaboratore è in grado di sfruttare al meglio le proprie competenze e maturare una maggiore consapevolezza riguardo le proprie capacità cognitive, emotive e relazionali. Dunque, il wellbeing in azienda  prende la forma di responsabilità sociale, con l’obiettivo di garantire ai dipendenti un contributo migliorativo di tipo olistico: comprendendo il benessere fisico, mentale e sociale. Questo fa sì che i lavoratori si sentano valorizzati e gratificati, favorendo il rapporto di stima e fiducia con la società, portando a una maggiore produttività. 

Per questo motivo, al fine di promuovere il benessere, l’organizzazione deve ampliare il concetto di welfare includendo al suo interno anche  quello di wellbeing: infatti, oltre ai benefit di natura finanziaria, è necessario considerare anche la sfera personale e relazionale. 

Come fare allora per migliorare il wellbeing nelle aziende? 

Il wellbeing è un costrutto irriducibilmente soggettivo, per cui ogni individuo ne elabora un’interpretazione personale sulla base delle proprie caratteristiche individuali, valutando in modo differente le condizioni in cui vive. Ascoltare le necessità e i bisogni dei lavoratori è fondamentale per mettere in atto le strategie adeguate, volte a promuovere il benessere e a potenziare molteplici aspetti della vita organizzativa e personale, come ad esempio il worklife balance e il self-empowerment.

Nello specifico, è utile investire su progetti di formazione, per poter creare degli spazi di dialogo e confronto di gruppo sotto la supervisione di uno psicologo del lavoro. Questi offrono ai dipendenti spazi e tempi dedicati alla rielaborazione delle proprie esperienze e dei propri vissuti e all’apprendimento di strategie più efficaci per lo svolgimento del lavoro, soprattutto a seguito dei numerosi cambiamenti attuali e al massivo utilizzo dello smart working. Gli psicologi del lavoro di Blooming Areté hanno progettato Caffè del benessere: un percorso formativo che prevede un ciclo di incontri sui temi di gestione delle emozioni, relazioni interpersonali e self-empowerment. 

Inoltre, l’organizzazione dovrebbe rendere il lavoro più flessibile, stimolare la motivazione, favorire la gestione delle emozioni e dello stress percepito, promuovere le relazioni interpersonali e il libero scambio di idee, valorizzando così le differenze e l’unicità. 

Questi interventi, oltre a promuovere il benessere individuale, favoriscono la crescita e lo sviluppo dell’organizzazione, poiché solo persone appagate e motivate possono far emergere il proprio potenziale, essenziale per portare valore aggiunto all’azienda. 

In conclusione, la sfida per un’organizzazione è dunque quella di elaborare una strategia olistica, che investa sulla persona e che integri, sia in ottica preventiva che di promozione del benessere, una cultura che tenga conto dell’individuo in tutti i suoi ruoli, non solo quello di lavoratore. 

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Chiara Lamanna, Valeria Serafini

Bibliografia

Benatti M. (2021). Well-being. Una strategia di sostenibilità per il benessere personale e benessere aziendale. Egea.

Gerrig, R. J., Zimbardo, P. G., Anolli, L., & Baldi, P. L. (2018). Psicologia generale. Pearson.